Omicidio Laura Ziliani, le figlie e il fidanzato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
Paola e Silvia Zani – le figlie dell'ex vigilessa Laura Ziliani, la donna scomparsa l'8 maggio scorso da Temù (Brescia) – e il fidanzato di Silvia, Mirto Milani, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Oggi, martedì 28 settembre, si è infatti svolto l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, Alessandra Sabatucci. La procura di Brescia però valuta di interrogarli nei prossimi giorni. I legali dei tre ragazzi, che sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere e si trovano in carcere da venerdì scorso, non hanno rilasciato nessuna dichiarazione.
Le figlie di Laura Ziliani sono state interrogate per prime
Le prime a essere interrogate sono state le sorelle Zani, che si trovano entrambe nel carcere femminile di Verziano: il loro interrogatorio è iniziato alle 9.30 ed è durato in tutto quaranta minuti. Il pubblico ministero Caty Bressanelli è stata la prima a lasciare il carcere. Dopodiché è stata la volta di Milani che invece si trova in isolamento nel carcere di Canton Mombello. Anche in questo caso, il ragazzo ha scelto di non rispondere alle domande del giudice. L'interrogatorio doveva servire a ricostruire la dinamica dell'omicidio e in particolare a capire come e dove sia stato nascosto il cadavere di Ziliani e se ci siano stati dei complici.
La ricostruzione dell'omicidio
Secondo le indagini degli inquirenti, la donna sarebbe stata narcotizzata con delle benzodiazepine – tracce ne sono state trovate nel corpo all'esito dell'esame tossicologico – e poi probabilmente soffocata nel sonno con un cuscino. I tre avrebbero premeditato l'omicidio: già ad aprile la donna sarebbe stata avvelenata con una tisana che successivamente l'ha fatta dormire per 36 ore consecutive. Avrebbero poi inscenato la sparizione, lanciando immediatamente l'allarme e facendo trovare dei vestiti nell'area dove la donna sarebbe sparita. Tutto organizzato con l'obiettivo di impadronirsi del patrimonio della 55enne: la donna infatti era comproprietaria, insieme alle tre figlie, di diversi immobili. Beni che poi, una volta sparita Ziliani, avrebbero gestito liberamente Milani e la madre Mirna.