Omicidio Laura Ziliani, il piano diabolico delle figlie e del fidanzato per ottenere la sua eredità
Il quadro che emerge intorno al caso di Luara Ziliani, l'ex vigilessa scomparsa l'8 maggio scorso a Temù (Brescia), è inquietante: la donna sarebbe stata vittima di un piano criminoso che sarebbe stato orchestrato da due delle sue tre figlie e dal fidanzato della più grande. Nella giornata di ieri, venerdì 24 settembre, i tre sono stati arrestati con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. A portare al loro arresto sono state le discrepanze nei loro racconti, le testimonianze di alcuni vicini di casa, i tabulati telefonici e il ritrovamento di un flacone di bromazepam a casa dei tre, lo stesso farmaco di cui sono state trovate delle tracce nel corpo della 56enne.
Le ricerche del fidanzato su come uccidere la gente
Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Breno, guidati dal capitano Filiberto Rosano, hanno permesso di mettere in luce tutti gli elementi contrastanti di questa triste vicenda e soprattutto di scoprirne la premeditazione. Il piano messo in atto dal trio sembrerebbe essere stato studiato da diverso tempo. Paola Zani, la sorella più piccola, in un'intercettazione ha rivelato a un'amica di essere preoccupata dal sequestro dei computer: "Su un canale crime Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture" e ha inoltre raccontato che sia lei che la sorella erano anche iscritte a un canale YouTube denominato "troucrime".
L'avrebbero avvelenata già con una tisana
La dimostrazione che la loro presunta terribile azione fosse premeditata è data soprattutto da un episodio che risale a qualche settimana prima della scomparsa della donna: a metà aprile Ziliani decide di fare un passeggiata in Presena. Al suo rientro, organizza una cena a Temù durante la quale – secondo gli inquirenti – è stata avvelenata dagli indagati con una tisana. Dopo quella cena infatti, la 56enne dormirà per 36 ore e per i successivi due giorni – come raccontato dal suo compagno e da un suo vicino di casa – verserà "in condizioni del tutto anomale".
La segnalazione anonima
Tra gli elementi che hanno spinto gli inquirenti a indagare sui tre risaltano in particolare due testimonianze. La prima è una segnalazione anonima. Le forze dell'ordine non sono però ancora riusciti a risalire all'identità della persona che ha inviato un'email in cui sosteneva di aver visto: "Il nostro vicino che ha preso sulle spalle una signora priva di sensi dalla loro macchina" e che secondo questi si sarebbe trattato "della signora Laura". L'anonimo ha raccontato di essere stato pagato per il suo silenzio, ma di essere pronto a negoziare un nuovo accordo.
Il movente: Ziliani uccisa per il patrimonio
Il movente sarebbe di natura economica: i tre avrebbero orchestrato tutto per impadronirsi del patrimonio di Ziliani. Lei, insieme alle tre figlie, erano comproprietarie di diversi immobili in tutta la provincia di Brescia. E Silvia, Paola e Mirto sembrerebbe che desiderassero averlo. A soli venti giorni dalla scomparsa della loro mamma, Silvia e Paola vengono intercettate in una telefonata: le due appaiono tranquille e discutono di come, dopo aver chiuso un contratto d'affitto per uno degli appartamenti che prima apparteneva alla madre, avrebbero avuto i soldi per un anticipo per un'auto nuova o per fare una vacanza. Dalle carte emerge come soprattutto il fidanzato di Silvia sia ossessionato dalla questione economica della famiglia Zani/Ziliani: la nonna delle due ha raccontato agli inquirenti che qualche mese prima della scomparsa della figlia Mirto e Laura avessero litigato proprio perché lui "la accusava di aver speso troppi soldi per la ristrutturazione degli appartamenti".