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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Omicidio Laura Ziliani, fidanzato di una delle figlie cercava come fare l’omicidio perfetto sul web

I tre arrestati facevano ricerche sul web su come fare l’omicidio perfetto e su piante avvelenate. È quanto hanno scoperto gli inquirenti durante le indagini che hanno portato oggi all’arresto di due delle tre figlie e del fidanzato della maggiore con l’accusa di aver ucciso Laura Ziliani, l’ex vigilessa scomparsa da Temù lo scorso 8 maggio e trovata morta tre mesi dopo.
A cura di Giorgia Venturini
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È stato un omicidio studiato nel dettaglio quello descritto nelle carte della Procura di Brescia con cui i carabinieri questa mattina hanno eseguito l'arresto di Silvia Zani, Paola Zani e di Mirto Milani con l'accusa di essere i responsabili della morte di Laura Ziliani, l'ex vigilessa scomparsa da Temù l'8 maggio e trovata morta tre mesi dopo. Erano state le due figlie a lanciare l'allarme quel giorno: hanno detto ai carabinieri che la donna era uscita alle 7 del mattino per fare una passeggiata e che sarebbe dovuta rientrare alle 10. Cosa che invece non è stato. Fino alla svolta nelle indagini e all'arresto di questa mattina confermando l'omicidio, quello che in un primo momento si pensasse essere un incidente in montagna. Ora emergono tutti i particolari su quanto accaduto.

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Il fidanzato di una delle figlie ha fatto ricerche su canali di "crime"

Fin da subito agli inquirenti non avevano mai convinto la ricostruzione dei fatti riportati da entrambe le figlie. Sospetti che si facevano sempre più concreti quando le due ragazze e il fidanzato della maggiore avevano dismesso i loro cellulari facendo pensare agli investigatori che i tre volessero così nascondere i contenuti presenti nei tre telefoni. A incastrare Paola Zani è stata una conversazione con un'amica intercettata lo scorso 7 luglio: la figlia di Laura Ziliani era preoccupata che dal computer, quello trovato nella cantina della casa a Brescia e già sequestrato, gli investigatori trovassero le cronologia delle ricerche su google: si mostra preoccupata in quanto su un canale di "crime" Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer e torture. E ancora: Paola durante la chiamata aveva confessato che anche lei e la sorella Silvia risultavano iscritte a un canale Youtube denominato "toucrime" e avente "contenuto informativo". I tre arrestati avrebbero cercato sul web infatti sostanze nocive: a confermare la tesi degli inquirenti, è il ritrovamento di un flacone di bromazepam pieno fino a un terzo – le cui tracce sono state rivenute nel corpo della donna dall'esame tossicologico –  nella casa di Brescia in cui vivevano le due ragazze e il fidanzato di Silvia. Si segue infatti la pista che l'ex vigilessa fosse stata avvelenata per motivi economici.

Mirto confessa una relazione anche con l'altra figlia di Laura Ziliani

Ai tre indagati lo scorso 22 luglio avevano deciso di presentarsi personalmente dai carabinieri per consegnare i loro tre telefoni tutti però puliti da qualsiasi cronologia e contenuto. Silvia Zani si era giustificata spiegando che era una ragazza riservata dichiarando che provava vergogna che qualcuno vedesse foto delle sua vita privata. La ragazza aveva rivelato che non voleva che si venisse a sapere che era iscritta a un sito di scambisti. E ancora: la sorella Paola Zani invece aveva riferito di provare vergogna che altre persone potessero venire a conoscenza che anche lei aveva una relazione con Mirto Milani, ufficialmente il fidanzato della sorella. Versione confermata anche dallo stesso Mirto. Per gli inquirenti si sono subito insospettito: pulire da qualsiasi contenuto il telefono prima di consegnarlo alle autorità giudiziarie era un comportamento "ben lontano dal contegno che sarebbe stato lecito aspettarsi quanto meno dalle sorelle Zani a seguito della sparizione della madre".

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