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Omicidio Laura Ziliani, concessa la giustizia riparativa per Mirto Milani e chiesta la conferma dei tre ergastoli

La Corte d’Appello di Brescia ha concesso la giustizia riparativa per Mirto Milani. L’accusa ha chiesto per il 30enne e per le sorelle Paola e Silvia Zani la conferma della condanna di primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Laura Ziliani. La sentenza è attesa a novembre.
A cura di Enrico Spaccini
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Mirto Milani potrà accedere al processo di giustizia riparativa, come da lui richiesto. Lo ha deciso questa mattina, venerdì 18 ottobre, la Corte d'Appello di Brescia alla prima udienza del processo di secondo grado a carico del 30enne e delle due sorelle Silvia e Paola Zani, tutti condannati in primo grado all'ergastolo per l'omicidio di Laura Ziliani, madre delle due imputate, avvenuto l'8 maggio del 2021. Per loro, l'avvocato generale Domenico Chiaro che rappresenta l'accusa ha chiesto la conferma della condanna e la sentenza è prevista per il 22 novembre.

Giustizia riparativa per Milani, richiesta anche da Silvia Zani

Già nelle scorse settimane Milani aveva manifestato l'intenzione di incontrare i familiari della vittima, i quali, però, hanno rifiutato. L'udienza di questa mattina è stata preceduta proprio dal deposito dell'istanza di accesso alla giustizia riparativa da parte del 30enne, che è stata poi accolta dalla Corte d'Appello bresciana.

Subito dopo, anche Silvia Zani ha manifestato la stessa intenzione e ha chiesto di poter vendere gli immobili che erano intestati alla madre uccisa. La 30enne ha detto che i soldi che ne ricaverebbe saranno destinati al sostentamento della terza sorella, affetta da un ritardo cognitivo e del tutto estranea ai fatti.

"La conferma della sentenza è l'unica conclusione"

Durante la sua requisitoria, l'avvocato Chiaro ha dichiarato come l'uccisione dell'ex vigilessa di Temo sia stato "un omicidio lungamente premeditato e commesso con atrocità", in quanto, ha affermato, "quando strangoli una persona ti rendi perfettamente conto di quanto sta accadendo". Secondo l'accusa, "la conferma della sentenza di primo grado è l'unica conclusione per rendere giustizia ad una donna uccisa, ricordata ingiustamente per aver tentato di uccidere le figlie".

Per Chiaro, infatti, il fatto che le due sorelle Zani abbiano "accusato falsamente la madre di volerle uccidere" sia da "tenerne conto". Oltre a questo, non va dimenticato come abbiano premeditato l'omicidio "procurandosi malta, tute da imbianchino scavando ben due buche per seppellire il cadavere", con "Silvia e Mirto hanno anche avuto il tempo di convincere Paola a partecipare al piano"

Il processo di appello si concluderà il 22 novembre con la lettura della sentenza. L'avvocato Cesari, che difende Paola Zani, ha presentato istanza di legittimo impedimento e pertanto le quindi le difese interverranno in un'altra udienza.

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