Omicidio in panetteria a Milano, la discussione e poi gli spari: cos’è successo prima della morte di Ivan Disar

Ha sparato sei colpi con una pistola calibro 38 in una panetteria in piazzale Gambara, a Milano, e si è dato alla fuga. Così, il killer ha ucciso il 49enne Ivan Disar e ferito il 26enne Pavel Kioresko, attualmente in prognosi riservata all'ospedale San Carlo di Milano. Gli inquirenti hanno fermato il figlio del fornaio, sospettato dell'omicidio di Disar.
Secondo le ricostruzioni, la sparatoria si sarebbe verificata nella serata di sabato 15 febbraio, in una panetteria che si trova al civico 4 di piazzale Gambara, a Milano, a pochi metri dalla fermata della Metro 1 della Linea Rossa. Erano circa le 18:30, quando due uomini sarebbero entrati nel locale in compagnia di una donna per mangiare qualcosa. Dopo aver preso le ordinazioni, il titolare della panetteria si sarebbe recato sul retro del negozio per preparare gli ordini.
Come riportato da Il Corriere della Sera, sembra che in quegli istanti il 21enne Raffaele Mascia, figlio del titolare, abbia recuperato una pistola calibro 38 da un soppalco situato sopra il negozio dove erano nascosti anche uno storditore elettrico e una katana. Il ragazzo è quindi sceso al pianterreno, nascondendo l’arma dietro la schiena, all’altezza della cinta, e, una volta all'ingresso della panetteria, avrebbe premuto sei volte il grilletto. Quattro colpi nella direzione di Ivan Disar, considerato il "vero obiettivo" e due contro Kioresko. Un omicidio in due minuti e mezzo.
Come è emerso da un'immagine delle telecamere di sorveglianza, il 21enne si sarebbe quindi allontanato rapidamente dall’esercizio del padre per darsi alla fuga. Dopo 48 ore di ricerca, il ragazzo sarebbe poi stato fermato mentre vagava fuori dal commissariato di Porta Genova attorno alle 20:30 di lunedì 17 febbraio. Stando alle sue prime ammissioni, si trovava lì perché avrebbe voluto costituirsi.
Raffaele Mascia, che si trova attualmente nel carcere di San Vittore, dovrà ora rispondere di omicidio e tentato omicidio aggravati dai futili motivi e il porto illegale dell'arma. Potrebbe essere sentito già nel corso di questa giornata dal pm Carlo Parodi. E, sempre nella giornata di oggi, la Procura inoltrerà al giudice per le indagini preliminari la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere. Nel frattempo, l'arma del delitto non è ancora stata trovata, ma come ha dichiarato il figlio del panettiere: "Non sarà mai ritrovata da nessuno".