Omicidio Giulia Tramontano, l’autopsia: “Dopo le coltellate di Impagnatiello era ancora viva”
Giulia Tramontano, la ragazza di 29 anni incinta di sette mesi che è stata uccisa dal compagno, sarebbe stata ancora viva dopo ogni coltellata infertale da Alessandro Impagnatiello. È quanto rivela l'autopsia che è stata svolta sul corpo della giovane e la cui relazione è stata depositata in procura a Milano nella giornata di mercoledì 30 agosto.
Giulia non è riuscita a difendersi dalle coltellate
Impagnatiello ha ucciso la compagna lo scorso 27 maggio nella loro casa a Senago, comune che si trova nell'hinterland di Milano. L'ha uccisa con 37 coltellate e dopo che la ragazza aveva incontrato una 23enne con cui il compagno aveva una relazione parallela. L'avrebbe colpita alle spalle senza darle la possibilità di reagire: non sarebbero stati trovati infatti segni sulle braccia e sulle mani compatibili con un tentativo di difesa.
Trovate tracce di veleno per topi nel corpo di Giulia Tramontano
Nel sangue della vittima e nel feto sono state trovate anche tracce di Bromadiolone. Si tratta di veleno per topi, la cui somministrazione sarebbe aumentata nell'ultimo mese e mezzo. A conferma di ciò anche le ricerche che il barman ha effettuato online lo scorso gennaio. Gli inquirenti hanno scoperto che il trentenne cercava: "Quanto veleno per topi è necessario per uccidere una persona?".
La Procura potrebbe contestare l'aggravante della premeditazione
Dopo averla uccisa ha provato a bruciare il cadavere per ben due volte, lo ha avvolto in sacchi dell'immondizia e lasciato dietro un box dove è stato ritrovato. Si è poi recato dai carabinieri e ne ha denunciato la scomparsa. Dopo meno di 72 ore è stato arrestato e adesso si trova nel carcere di San Vittore.
Con questi nuovi elementi è possibile che la Procura possa nuovamente chiedere il riconoscimento dell'aggravante della premeditazione che era stata esclusa dalla giudice per le indagini preliminari, subito dopo l'arresto, perché all'epoca le prove presentate erano insufficienti.