Omicidio Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello confessa: “Avevano scoperto la mia doppia vita”
"Ero stressato da quella situazione": è quanto ha confessato Alessandro Impagnatiello, l'uomo di trent'anni che è in carcere con l'accusa di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano incinta al settimo mese. Ieri, venerdì 2 giugno, si è svolto l'interrogatorio davanti alla giudice per le indagini preliminari di Milano Angela Minerva.
Impagnatiello ha raccontato di essere "stressato da quella situazione" sia perché stava gestendo una doppia vita, ma anche perché alcuni colleghi ne erano venuti a conoscenza.
Le parole del trentenne durante l'interrogatorio
Il trentenne ha poi spiegato di non sapere perché ha commesso il delitto: "Non esisteva un reale motivo", ha affermato. La giudice, nell'ordinanza che ha disposto il fermo, ha sostenuto che Impagnatiello ha dimostrato una "assoluta incapacità di sopportare frustrazioni". Ha riconosciuto in lui una capacità manipolativa e sostiene che vedeva in Giulia "un ostacolo" proprio perché incinta di suo figlio.
La dimostrazione di queste parole è dato dal fatto che, secondo la giudice, l'uomo è andato subito dopo il fatto dall'altra ragazza per assicurarle che da quel momento avrebbero potuto vivere "la loro relazione senza problemi perché Giulia non c'è più".
La nuova versione dei fatti fornita da Alessandro Impagnatiello
Durante l'interrogatorio l'uomo ha fornito una nuova versione dei fatti: ha spiegato che dopo Giulia è tornata a casa chiedendo spiegazioni sul tradimento, sarebbe iniziato un litigio. Dopodiché i due avrebbero iniziato a cenare e mentre lui mangiava una piadina, la ragazza – che aveva in mano un coltello con cui stava tagliando i pomodori – avrebbe iniziato a riaccendere la discussione sul tradimento e si sarebbe "ferita involontariamente al braccio". Da lì, sarebbe scattata la sua furia.
La nuova versione però non convince gli investigatori che ritengono che quelle ferite al braccio della 29enne potrebbero essere lesioni da difesa: sarà l'autopsia, che si svolgerà martedì, a far luce su questi dettagli.
La decisione del giudice
Davanti alla giudice, che ha escluso l'aggravante della crudeltà e della premeditazione, il trentenne ha detto che l'unica forma di pentimento "è il suicidio". La gip gli riconosce solo le aggravanti del vincolo sentimentale e dei futili motivi. La premeditazione è stata invece esclusa perché le ricerche Internet sarebbero avvenute a "ridosso del delitto". È stato riconosciuto il pericolo di reiterazione del reato sopratutto nei confronti della 23enne con la quale sperava di avere una relazione "e che invece, avendo scoperto la doppia relazione intrattenuta da Impagnatiello, lo aveva allontanato vanificando e quindi frustrando (nuovamente) le sue aspettative".