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Omicidio di Giulia Tramontano

Omicidio Giulia Tramontano, accoltellata 28 volte da Alessandro Impagnatiello quando era già morta

Il 18 gennaio inizierà il processo a carico di Alessandro Impagnatiello. Il barman 30enne ha ucciso lo scorso 27 maggio la sua compagna Giulia Tramontano, incinta del loro figlio, con 37 coltellate. Di queste, 28 sarebbero state inferte quando ormai la 29enne era morta.
A cura di Enrico Spaccini
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Alessandro Impagnatiello avrebbe accoltellato la sua compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese del loro figlio Thiago, 37 volte: "Nove prima di morire e 28 quando era già morta". A scriverlo è la giudice delle indagini preliminari Angela Minerva all'interno del provvedimento con cui ha mandato il barman 30enne a processo davanti alla Corte d'Assise. Le accuse nei confronti di Impagnatiello sono di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Tra le aggravanti, è stata riconosciuta anche la premeditazione, esclusa nelle prime fasi dell'indagine.

La notte dell'omicidio a Senago

L'omicidio di Giulia Tramontano risale al 27 maggio scorso. Quel giorno la 29enne aveva incontrato la ragazza con cui il suo compagno stava intrattenendo una relazione parallela ed era tornata a casa con l'intenzione di mettere le cose in chiaro con lui. Impagnatiello, però, quella sera l'ha uccisa con 37 coltellate.

Nel provvedimento firmato dalla giudice Minerva, è stato ricostruito anche il processo di occultamento di cadavere portato avanti dal 30enne. Prima ha cercato di dargli fuoco nella vasca da bagno, poi ha provato a nasconderlo in un box e infine lo ha abbandonato avvolto nel cellophane in via Monte Rosa a Senago, a meno di 700 metri da casa.

Le accuse contro Impagnatiello e l'aggravante della premeditazione

Impagnatiello si presenterà davanti alla Corte d'Assise il prossimo 18 gennaio. Sarà processato con rito immediato, saltando quindi l'udienza preliminare e andando subito al dibattimento. L'omicidio che gli viene contestato è aggravato dalla crudeltà i futili motivi, il vincolo della convivenza e la premeditazione.

Quest'ultimo era stato escluso nel momento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Come scritto dalla giudice Minerva, però, Impagnatiello avrebbe "svolto già a partire dal dicembre 2022 ricerche via internet circa gli effetti del veleno per topi sull'uomo". Sostanza che "faceva ingerire per alcuni mesi all'inconsapevole vittima intensificandone la somministrazione a partire dal marzo 2023, in un quantitativo tale da raggiungere anche il feto oltrepassando la placenta".

Impagnatiello rischia dunque l'ergastolo, ma potrà accedere ai programmi di giustizia riparativa. La famiglia di Giulia Tramontano è pronta a costituirsi parte civile, cosa che farà anche il Comune di Senago.

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