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Omicidio Gigi Bici, la figlia: “Vogliamo la verità da Barbara, vogliamo sapere perché lo hanno ucciso”

“Vogliamo la verità”: a dirlo è Katia una delle figlie di “Gigi Bici”, l’uomo di 60 anni trovato morto fuori dall’abitazione di Barbara Pasetti. Quest’ultima è accusata di omicidio in concorso, tentata estorsione e di aver contribuito all’occultamento del cadavere.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Sono certa che Barbara sappia: Si deve vergognare, di avere mentito per tutto questo tempo. Io voglio sapere la verità da lei. voglio sapere cos’è successo a mio padre: il motivo per il quale lo hanno ammazzato": a dirlo ai microfoni della "Vita In Diretta", trasmissione in onda su RaiUno è Katia, una delle figlie di Luigi Criscuolo, l'uomo trovato morto fuori dalla abitazione di Barbara Pasetti a Calignano, in provincia di Pavia.

Le accuse nei confronti della donna

La donna si trova in carcere con l'accusa di tentata estorsione. È anche indagata per omicidio in concorso e di aver partecipato all'occultamento del cadavere del 60enne. Fin dal ritrovamento del corpo – a vederlo è stato il figlio di Pasetti – la donna ha smentito alcun tipo di legame con Gigi Bici, il nome con il quale era conosciuto Criscuolo. Dalle indagini degli inquirenti però emergono elementi che confermerebbero un rapporto tra i due. A metterli in contatto un anno e mezzo fa sarebbe stato il carrozziere di Pasetti. L'uomo ha infatti raccontato che la donna, figlia di un suo cliente, gli avrebbe chiesto aiuto per una presunta persecuzione da parte dell'ex marito: avrebbe raccontato di essere seguita e che l'uomo avrebbe minacciato di toglierle il figlio.

Le parole del carrozziere

Il carrozziere avrebbe poi contatto il suo amico Gigi Bici chiedendo di aiutare la donna. Cosa sia successo in quei mesi, per il momento, è avvolto dal mistero. La figlia Katia ha raccontato che, l'8 novembre (giorno della scomparsa) la donna avrebbe contattato un amico di Criscuolo chiedendo aiuto: "Ha detto che mio papà aveva bisogno di aiuto, che era stato picchiato e non poteva parlare". La donna, sempre secondo il racconto di Katia, avrebbe chiamato con il suo numero. Da lì poi ci sarebbero state altre telefonate con una voce camuffata e delle lettere indirizzate ai famigliari con delle richieste estorsive.

La richiesta di scarcerazione

Durante l'interrogatorio, Pasetti ha negato ogni suo coinvolgimento. La sua legale, Irene Anrò, ha chiesto la scarcerazione. Il giudice però non si è ancora espresso in merito. Intanto gli investigatori e gli inquirenti cercano dei possibili complici. Secondo le indagini, qualcuno avrebbe contribuito all'omicidio di Gigi Bici e all'occultamento del cadavere. Una tesi a cui credono anche figlie: "Non è stato da sola. è un uomo di 100 chili. Qualcuno ci deve essere stato, almeno una persona per forza. Sono certa che Barbara sappia".

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