Omicidio Gigi Bici, Barbara Pasetti non risponde alle domande del giudice

Ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere Barbara Pasetti, 40 anni, in carcere dallo scorso 20 gennaio con l'accusa di tentata estorsione e di aver ucciso Luigi Criscuolo, 60 anni, nella frazione Calignano di Cura Carpignano, in provincia di Pavia. Questa mattina si è svolto l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Piccolini a Vigevano. La scelta del silenzio è stata motivata dall'avvocato difensore Irene Anrò perché c'è da parte dell'indagata la necessità di leggere con attenzione la nuova ordinanza di custodia con i documenti allegati. Solo allora si può procedere con la linea difensiva. Intanto in carcere Barbara Pasetti non è in isolamento: svolge un lavoro e ogni giorno sente al telefono il figlio di 8 anni. La donna nei giorni scorsi si è sempre detta innocente: è sembrata affranta al momento della notifica della nuova ordinanza per omicidio volontario che si aggiunge a quella di occultamento di cadavere e detenzione illegale di pistola e proiettili.

Il tentativo di estorsione e l'omicidio
Tutto sarebbe iniziato con un tentativo di estorsione nei confronti alle figlie di Gigi Bici. La donna avrebbe inviato loro delle lettere anonime e scritte in un italiano sgrammaticato facendo riferimento a una presunta rapina che il padre avrebbe commesso in passato. La 40enne faceva riferimento a un bottino (risultato poi inesistente) e al sequestro di Gigi Bici che avrebbe liberato solo in seguito alla consegna dei soldi. Il cadavere dell'uomo è stato poi ritrovato il 20 dicembre proprio vicino alla casa della donna: è stata lei stessa a dare l'allarme sostenendo che il figlio, mentre giocava, lo aveva individuato. Da giorni era stato invece lanciato l'allarme della scomparsa dell'uomo. Poco prima di avvertire le forze dell'ordine, la donna – rimuovendo i rami e le foglie che ricoprivano il corpo – avrebbe scattato delle foto al cadavere. Questo dimostrerebbe che la Pasetti ha sistemato i rami prima di dare l'allarme del ritrovamento: è caduto così l'ipotesi del ritrovamento casuale.