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Omicidio Fiorenza Rancilio, il figlio che l’ha uccisa era affetto da una forma di schizofrenia

La perizia psichiatrica disposta dalla Procura confermerebbe che Guido Pozzolini Gobbi Rancilio non era in grado di intendere e di volere quando uccise sua madre. Il 35enne è accusato dell’omicidio volontario di Fiorenza Rancilio, uccisa lo scorso 12 dicembre in casa con un manubrio da palestra.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto da LaPresse
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Guido Pozzolini Gobbi Rancilio è affetto da una forma di schizofrenia che lo rende incapace di intendere e di volere. Sarebbe questo l'esito della consulenza tecnica psichiatrica che la Procura aveva disposto sul 35enne accusato dell'omicidio volontario aggravato di sua madre, la 73enne Fiorenza Rancilio. Se l'esito degli esami, anticipato da La Repubblica, verrà confermato, con ogni probabilità l'uomo sarà trasferito in una Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza) o in una comunità specializzata, ma non in carcere.

L'omicidio di Fiorenza Rancilio

Lo scorso 12 dicembre Fiorenza Rancilio, ereditiera di una storica famiglia di immobiliaristi milanesi, era stata trovata senza vita intorno alle 7:30 sotto una coperta e alcuni asciugamani. Il corpo era disteso nel salotto di casa e presentava una ferita mortale al cranio.

A colpirla con un "manubrio da palestra" sarebbe stato proprio suo figlio, Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, nell'attico in centro a Milano dove vivevano insieme. Secondo la Procura, il motivo dell'aggressione sarebbe "da individuare nei rapporti esistenti tra madre e figlio, rovinati dalla patologia sofferta dall'indagato".

Il verbale del medico e la perizia psichiatrica

Il 35enne, infatti, a partire dal 2014 era stato ricoverato per tre volte in psichiatria. Il medico intervenuto nella casa in via Crocefisso aveva messo a verbale di aver trovato "il ragazzo disteso a letto, soporoso ma risvegliabile". Inoltre, sul comodino accanto, c'erano "psicofarmaci del tipo benzodiazepine e clozapina". Quando il dottore ha provato a parlare con Guido Pozzolini Gobbi Rancilio, lui "rispondeva solo dicendo ‘viva la libertà'".

Quel giorno il 35enne era stato ricoverato nel reparto di Psichiatria al Policlinico e la perizia disposta in seguito al fermo parrebbe confermare che in quei minuti non era in grado di intendere e di volere. All'indagine condotta dalla pm Ilaria Perinu mancano ancora i risultati dell'autopsia e gli esiti delle analisi scientifiche, ma è probabile che presto il giudice dovrà stabilire il grado di personalità sociale di Guido Pozzolini Gobbi Rancilio per poterlo indirizzare in una comunità adatta.

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