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Omicidio Fabio Ravasio, la compagna accusata di aver pianificato il finto incidente non risponde al giudice

Adilma Pereira Carneiro non ha risposto alle domande del giudice durante l’interrogatorio di convalida del fermo. La 49enne è accusata di aver orchestrato l’omicidio del compagno Fabio Ravasio a Parabiago (Milano) per il quale sono state arrestate altre 5 persone.
A cura di Enrico Spaccini
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Fabio Ravasio (foto da Facebook)
Fabio Ravasio (foto da Facebook)

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Adilma Pereira Carneiro, la 49enne accusata di aver orchestrato l'omicidio del compagno Fabio Ravasio. Il 52enne è stato travolto e ucciso lo scorso 9 agosto a Parabiago (nella Città metropolitana di Milano) mentre passava con la sua bici nella zona del cimitero di Casorezzo. Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, alla guida dell'Opel Corsa con targa contraffatta che lo ha investito c'era il 25enne Igor Benedito, uno dei nove figli della donna, e il suo amante, il 47enne Massimo Ferretti. Al colpo avrebbero partecipato anche il 51enne Marcello Trifone, il 44enne Mirko Piazza e il 32enne Fabio Lavezzo, fidanzato di una delle figlie di Carneiro.

Sia la 49enne che suo figlio Benedito, entrambi assistiti dall'avvocato Edoardo Lorenzo Rossi, hanno deciso di non rispondere alle domande che gli sono state poste questa mattina, lunedì 26 agosto, dalla giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, Anna Giorgetti, nell'interrogatorio di garanzia. Carneiro, infatti, sostiene di essere estranea alla vicenda e che ci sarebbero cose da chiarire.

La confessione dei ‘pali'

Ravasio è stato travolto intorno alle 20 del 9 agosto, quando stava rientrando a casa al termine di un giro in mountain bike a Magenta. All'inizio, sembrava fosse stato investito da un'auto pirata, fuggita dopo lo schianto. Tuttavia, era emerso che l'Opel corsa nera inquadrata dalle telecamere aveva la targa contraffatta e che la compagna della vittima, la 49enne brasiliana Adilma Pereira Carneiro, ne aveva una identica.

Il primo a parlare, nella notte tra giovedì 22 e venerdì 23 agosto, è stato Fabio Lavezzo. il 32enne milanese ha raccontato di aver conosciuto una figlia di Carneiro quattro mesi fa su Facebook e di aver iniziato con lei una relazione sentimentale, arrivando a convivere a Parabiago. Lui, insieme a Mirko Piazza (il secondo che ha confessato poche ore dopo) erano stati coinvolti nel piano che sarebbe stato orchestrato da Carneiro.

Il piano per uccidere Ravasio

La 49enne non sopportava più Ravasio: aveva una relazione parallela e ora voleva impossessarsi del patrimonio del 52enne, il quale possedeva diversi immobili per un valore totale di circa 3 milioni di euro. Carneiro aveva avuto due figli da lui e, in caso di dipartita, ne sarebbe entrata in possesso. Così, secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Ciro Caramore e dalle indagini dei carabinieri di Legnano, avrebbe coinvolto cinque persone promettendo loro appartamenti e altri beni.

Uno era appunto Lavezzo, che doveva fare da palo insieme a Piazza. I due dovevano avvertire i complici dell'arrivo di Ravasio. Così, Benedito e Ferretti, a bordo dell'Opel Corsa, hanno potuto travolgere il 52enne con violenza uccidendolo. Infine, la banda, composta anche da Trifone, tuttofare di Ferretti, ha nascosto l'auto nel box del palazzo dove vivono Lavezzo e la compagna, dove è stata poi ritrovata dai carabinieri con ancora i segni dello schianto. Tutti e sei sono stati arrestati lo scorso 23 agosto con l'accusa di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione.

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