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La mantide di Parabiago

Omicidio Fabio Ravasio, il pm chiede il processo per la compagna Adilma Carneiro e i sette complici

Il pm Ciro Vittorio Caramore ha chiesto il rinvio a giudizio immediato per Adilma Pereira Carneiro e sette uomini. Secondo le indagini, il gruppo avrebbe simulato l’incidente in cui è rimasto vittima Fabio Ravasio con l’intento di entrare in possesso della sua eredità.
A cura di Enrico Spaccini
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La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Adilma Pereira Carneiro e altre sette persone ritenute responsabili della morte di Fabio Ravasio. Il 52enne è deceduto lo scorso 9 agosto dopo che un'auto lo ha travolto mentre tornava a casa in bicicletta a Parabiago (nella Città Metropolitana di Milano). Quello che in un primo momento era sembrato un incidente stradale in realtà, secondo il pm Ciro Vittorio Caramore, era un piano escogitato dalla compagna 49enne della vittima che sarebbe riuscita a mettere in atto con l'aiuto di altri sette uomini. Il processo potrebbe iniziare davanti alla Corte d'Assise già entro la fine dell'anno.

Il piano per uccidere Fabio Ravasio

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Carneiro, che continua a dichiararsi innocente, voleva impossessarsi dei beni di Ravasio. Per questo motivo, la 49enne brasiliana avrebbe innanzitutto manipolato i documenti di due suoi figli per dare la paternità al 52enne, quando in realtà sarebbero nati dalla relazione con il marito legale Marcello Trifone.

Dopodiché, il gruppo avrebbe rimesso in funzione la vecchia Opel Corsa nera di Carneiro con l'intento di usarla per simulare l'incidente stradale con l'aiuto del meccanico Fabio Oliva. Alla guida dell'auto che ha travolto Ravasio il 9 agosto c'era uno dei figli della 49enne, Igor Benedito, con indosso una parrucca e al suo fianco proprio Trifone. L'amante della donna, Massimo Ferretti, l'amico Mirko Piazza e il pusher Mohamed Dhabi avrebbero presidiato la strada controllando che tutto andasse come previsto.

La richiesta di rinvio a giudizio

Tra il 22 e il 26 agosto, le forze dell'ordine hanno arrestato l'intero gruppo. Il primo a confessare era stato il genero Fabio Lavezzo, il quale aveva aiutato nel nascondere l'Opel Corsa all'interno del box della sua residenza. Nonostante la targa fosse alterata, infatti, i carabinieri erano riusciti a risalire all'intestataria, ovvero Carneiro.

Lo stesso Trifone, marito di Carneiro, durante l'interrogatorio del 25 settembre aveva dichiarato davanti al pm Caramaro che a organizzare tutto era stata proprio la 49enne, dopo che Ravasio aveva capito che la donna voleva in realtà raggirarlo per impossessarsi dei suoi beni. Carneiro, però, ha sempre detto di non sapere nulla del piano e che, in realtà, la colpa sarebbe da attribuire a Ferretti.

Al termine delle indagini, il pm ha chiesto il giudizio immediato per tutti gli otto componenti del gruppo.

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