video suggerito
video suggerito

Omicidio di Vittorio Boiocchi, le dinamiche di potere tra lui e Andrea Beretta nella Curva Nord dell’Inter

Durante le indagini sull’omicidio dell’ex capo ultrà dell’Inter Vittorio Boiocchi, di cui il collaboratore di giustizia Andrea Beretta ha riferito di essere un mandante, i magistrati hanno ricostruito le dinamiche di potere tra i due all’interno della Curva Nord: dalla scalata al potere di Beretta ai primi contrasti per la gestione degli affari che lo hanno portato a pianificare l’omicidio.
A cura di Alice De Luca
62 CONDIVISIONI
Immagine

Si sono concluse le indagini sull'omicidio dell'ex capo ultrà dell'Inter Vittorio Boiocchi, colpito da alcuni proiettili sparati da due killer in moto nell'ottobre 2022 sotto casa sua, nella periferia Ovest di Milano. Il collaboratore di giustizia Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord già in carcere per l'omicidio di Antonio Bellocco e indagato nell'inchiesta Doppia Curva di San Siro, ha confessato ai pm di essere stato il mandante dell'uccisione di Boiocchi insieme a Mauro Nepi, altro ultrà dell'Inter.

Nepi, in particolare, si sarebbe rivolto a Marco e Gianfranco Ferdico, che la Procura ha inividuato come "organizzatori del progetto", dal momento che sarebbero stati loro ad aver trovato "le basi logistiche per l'omicidio, i mezzi di trasporto (un furgone Fiat Ducato) per la sua esecuzione, i cellulari criptati attraverso cui tenersi in contatto con gli altri concorrenti nonché l'arma usata per il delitto". A loro volta, i Ferdico si sarebbero rivolti a Daniel D'Alessandro e Pietro Andrea Simoncini, assoldati per 50mila euro come esecutori materiali dell'omicidio.

La scalata al potere di Andrea Beretta

Nel corso dell'inchiesta e soprattutto attraverso le dichiarazioni di Beretta, i magistrati hanno ricostruito le dinamiche di potere all'interno della Curva Nord, a partire dalla scalata ai ruoli di vertice da parte dello stesso Beretta che ha raccontato come, attraverso Boiocchi sia diventato capo della Curva: "Quando l'ho conosciuto ero già noto come frequentare assiduo della Curva Nord, appartenevo al gruppo ultrà più violento, spesso mi sono fatto coinvolgere durante gli scontri con altre tifoserie e mi sono guadagnato il rispetto dei ragazzi della Curva Nord. Vittorio nel 2019 a seguito della morte del tifoso ‘Dede' durante gli scontri con gli ultrà del Napoli, decise di cambiare il direttivo della Curva Nord estromettendo tutti i membri del vecchio direttivo, in quel momento mi propose di prendere in mano tutta la direzione della Curva Nord, in modo particolare di diventare il ‘Frontman' della Curva, io ho accettato".

Arrivato ad occupare posizioni di rilievo all'interno della Curva, Beretta racconta di aver fondato l'associazione "We Are Milano" attraverso cui passavano i proventi delle vendite del merchandising dell'Inter e di altri prodotti, utilizzati soprattutto per pagare le "attività della Curva Nord, come la coreografia, le bandiere, le spese legali ed altre spese varie […] L'associazione – ha spiegato ai Beretta ai pm – ricompensava i collaboratori che aiutavano la vendita dei biglietti d'ingresso allo Stadio quelli che aiutavano la vendita del merchandising in Curva ed altre varie collaborazioni. Il resto veniva diviso tra me e Vittorio".

I dissapori tra Beretta e Vittorio Boiocchi

Ad un certo punto, però, tra Beretta e Boiocchi cominciano a nascere i primi dissapori, legati alla gestione degli affari: "Prima della scorsa estate fra noi ci sono stati degli screzi in quanto Vittorio mi ha accusato di rubargli dei soldi. Io per dimostrare la mia onestà gli ho consegnato tutta la documentazione, documenti bancari e relativi estratti conto dell'Associazione che lui ha preso in carico per visionarla con l'aiuto di un commercialista di sua fiducia, che io non conosco". I contrasti si sarebbero risolti, come riferito da Beretta, con la divisione dei compiti: "Io ho continuato a seguire e gestire l'attività di merchandising dell'associazione We Are Milano, mentre Vittorio gestiva tutto il discorso della vendita dei biglietti".

La decisione sull'omicidio di Boiocchi

Nel corso delle indagini, però, i magistrati avrebbero scoperto che "I dissapori e contrasti tra Beretta e Boiocchi erano tutt'altro che risolti e l'occupazione esclusiva del merchandising non è stata altro che una modalità, imposta da Boiocchi, per tenere lo stesso Beretta fuori dalle dinamiche e dagli interessi connessi alla tifoseria organizzata". Da qui l'idea dell'omicidio, che secondo i pm Beretta avrebbe architettato "per eliminare il leader della curva Nord dell'Inter, prendere il suo posto e dividere i profitti".

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views