Omicidio di Tayar Maouan, accoltellato da un 19enne: ecco cosa sappiamo finora
Ci sono ancora alcuni punti da chiarire sulla dinamica di quanto accaduto ieri verso le 13.15 in via Novelli a Bergamo nei pressi della stazione ferroviaria. Certo è che qui è morto il 34enne di origini tunisine Tayari Marouan mentre si trovava con la moglie, una figlia dodicenne e un'altra più piccola sul passeggino. Subito qualche minuto dopo i fatti gli inquirenti si sono messi al lavoro per cercare di ricostruire tutti i dettagli dell'omicidio mettendo a confronto sia la versione della moglie del 34enne e che quella dell'aggressore, un 19enne fermato poco dopo l'aggressione e già sottoposto a interrogatorio per tutta la notte.
La ricostruzione della dinamica dell'omicidio
Gli inquirenti sono ora al lavoro per cercare di ricostruire quanto accaduto ieri in via Novelli. Da una prima ricostruzione dei fatti sembrerebbe che tutto sia nato per una banale lite scoppiata sul marciapiede: il giovane ha dato una spallata alla figlia 12enne di Tayari Marouan. Tra il 34enne e il fermato così è iniziata un'accesa discussione in un primo momento solo verbale fino a quando il 19enne non si è allontanato per rientrare in casa a pochi passi dal luogo della discussione. Una volta rincasato avrebbe preso un coltello e sarebbe poi ritornato in strada colpendo mortalmente l'uomo davanti alla moglie e alle sue due figlie, di 12 e di 2 anni. E poi è scappato via. Subito è stato lanciato l'allarme: in pochi istanti i carabinieri della caserma di Bergamo Bassa, che si trova proprio a pochi metri dal luogo dell'omicidio, sono giunti sul posto e hanno rintracciato subito il giovane. L'aggressore è stato portato in caserma dove ha avuto un malore tanto da richiedere il trasferimento all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ora si trova in carcere a Bergamo in attesa della convalida. La salma del 34enne invece si trova ora all'obitorio dell'ospedale di Bergamo a disposizione dell'autorità giudiziaria che deciderà se procedere o meno con l'autopsia.
La versione dei fatti secondo il fermato
Punti che non tornano, almeno non tutti, con la versione spiegata dal 19enne nell'interrogatorio davanti al pubblico ministero che è andato avanti tutta la notte. Il 19enne, incensurato, ha risposto a parte delle domande fino poi decidere con il suo legale di avvalersi della facoltà di non rispondere. L'aggressore ha spiegato che la famiglia della vittima si era seduta sui gradini fuori casa sua: qui sarebbe scoppiata una lite, il motivo è ancora da confermare. A quel punto il ragazzo sarebbe stato minacciato con una bottiglia rotta e avrebbe quindi ferito mortalmente il tunisino, regolare in Italia da tempo, con il coltello a serramanico che aveva già con sé. Non conferma dunque la prima ricostruzione che lo vede rientrare in casa per prendere il coltello: il 19enne racconta che è rincasato dopo la prima discussione, ma solo per recuperare il casco che aveva dimenticato. Ora spetta agli inquirenti confermare quanto spiegato dal giovane che si trova in carcere a Bergamo in attesa della convalida del fermo su cui deciderà il giudice nelle prossime ore.
Chi è la vittima
Tayari Marouan era residente con la famiglia a Terno d'Isola, in provincia di Bergamo. Era in Italia da molti anni, qualche suo amico – come riporta l'Eco di Bergamo – precisa almeno dal 2007: aveva frequentato le scuole in Tunisia e poi aveva raggiunto l'Italia con un barcone sperando in una vita migliore. La famiglia che ha assistito all'omicidio ora è sotto shock. La vicenda ha profondamente scosso anche tutta la comunità bergamasca.