Omicidio di Suzzara, l’agguato a Francesco Capuano nel garage: dopo due mesi ancora nessun responsabile

Tre colpi dritti al cranio. Poi più niente. L'assassino (o gli assassini) di Francesco Capuano, 79 anni, ex bidello freddato con una pistola lo scorso 23 dicembre nel suo garage di Suzzara (Mantova), a due mesi dal delitto sembrano svaniti nel nulla. Nessuno dei vicini o dei familiari che erano in casa hanno infatti sentito rumori, esplosi evidentemente con un silenziatore: è lo scenario di un vero e proprio agguato ai danni del pensionato, rimasto ancora senza una spiegazione.
L’ex bidello, originario di Giugliano (Napoli), dopo la morte della moglie nel 2010 si era trasferito nell'appartamento di via Biolcheria dove risiede anche la figlia Rosa, 46 anni, e nei pressi dell'abitazione dell'altro figlio Ciro. Lunedì 23 dicembre, intorno alle 9 di mattina, lui e la figlia si sono preparati per uscire a fare la spesa. Il primo a raggiungere la Panda parcheggiata in garage è stato il pensionato, seduto al posto di guida. Resta da solo nell'abitacolo una ventina di minuti, mentre la donna risale in casa a recuperare fazzoletti e sigarette dimenticati dall'anziano. È in quel momento che il killer si avvicina al finestrino dell'auto e spara tre colpi a raffica.
Gli inquirenti, fin da subito, hanno escluso tra le ipotesi il tentativo di rapina. Un regolamento di conti, una vendetta? L'uomo, che ormai soffriva di evidenti problemi di salute e deambulava con fatica, era però incensurato. Non risultano infatti nel suo passato legami con la criminalità organizzata, problemi o nemici. Si indaga così anche sulla cerchia di conoscenze degli altri due figli rimasti a Napoli, per cercare qualche appiglio che possa dare una spiegazione a una morte così assurda.
Nel frattempo l’automobile, nei depositi dei Ris a Parma, è stata setacciata e scandagliata da cima a fondo: oltre ad impronte digitali, sono state prelevate tracce ematiche. Ma al momento nessuna di queste ha portato al nome dell'assassino. Senza contare che la zona di via Biolcheria è completamente sprovvista di telecamere di videosorveglianza, il più delle volte necessarie per risolvere enigmi come questo: un dettaglio di cui, forse, i responsabili del delitto erano a conoscenza?