Omicidio di Stefania Rota, i legali del cugino: “Confesserà, si vuole togliere un peso”
In carcere, ancora in silenzio. Non ha ancora dato una spiegazione per l'omicidio di Stefania Rota, trovata morta nella sua abitazione di Mapello (Bergamo) lo scorso 21 aprile, il cugino Ivano Perico: l'uomo, incensurato, per il momento si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Ma i suoi avvocati, sulle pagine del Corriere di Bergamo, rassicurano: "Confesserà, si vuole togliere un peso". E ancora, anticipando il possibile movente economico. "Si tratta di un dolo d'impeto. Era una delle poche persone che la seguiva, per lui la lite è scaturita per questioni legate a proprietà in comune".
"Personalità violenta e pericolosa"
Del resto Stefania Rota, pur frequentando il cugino (tra di loro, negli ultimi tempi, sono intercorse più di 100 telefonate), ne era sotto sotto anche un po' intimorita. Al punto da appuntarsi su un diario personale: "Attenta a Ivano, Ste. Ma questo già lo sai".
"Una personalità violenta e pericolosa, che ha ucciso una persona con la quale aveva una frequentazione assidua", la conferma del gip che l'ha messo in carcere. Secondo il giudice, l'uomo mancherebbe di "qualsiasi pietà ed empatia per la persona uccisa, anche solo per il suo cadavere". Rimasto riverso sul pavimento di casa a Mapello per un mese e mezzo, senza che nessuno se ne accorgesse.
I depistaggi del cugino Ivano: "Stefania è via per lavoro"
Ivano Perico, in questo lasso di tempo, rassicura le amiche della donna che si sono messe sulle sue tracce. Sa che il corpo della cugina giace senza vita e con numerose fratture al cranio nella casa accanto, ma racconta tutt'altro: "È via per lavoro, tornerà dopo Pasqua".
E ancora: "Lavora per una persona che la paga 1500 euro al mese", aggiunge che sua moglie aveva visto Stefania un paio di settimane prima. Impossibile, anche solo per lo stato di decomposizione del cadavere.
Intanto l'uomo, oggi in carcere, ha già confessato il delitto. "Sì, sono stato io", è esploso davanti agli inquirenti in caserma. Ma non ha ancora fornito dettagli sul movente. Fino a questo momento, forse. "Non si era confidato con nessuno", le parole dei suoi legali. "E questo è stato anche uno dei motivi per cui poi si è liberato con noi".