Omicidio di Sabrina Beccalli, le indagini influenzate dall’errore sui resti carbonizzati nella Panda
Lo sgomento tra i famigliari e i legali di Sabrina Beccalli è ancora tanto. Non si spiegano, e forse non lo faranno nemmeno a motivazioni depositate, per cui il termine ultimo è stato fissato a fine gennaio 2022, come Alessandro Pasini, imputato per l'assassinio della donna e condannato a sei anni di reclusione per occultamento e distruzione di cadavere, possa essere stato assolto con formula piena per l'accusa di omicidio volontario. In attesa delle motivazioni della sentenza, i famigliari gridano allo scandalo, pretendendo che la giustizia ribalti il verdetto del primo grado. Loro, però, non potranno fare altro che chiedere alla Procura di presentare ricorso in quanto durante il processo si erano dichiarati parte civile.
L'assoluzione con formula piena per Alessandro Pasini, per quello che le indagini avevano raccolto, è parsa come una vera e propria sentenza choc. C'è però un dettaglio che nel corso dell'inchiesta potrebbe aver instradato l'andamento del caso giudiziario ed è molto rilevante. Al ritrovamento della Panda di Sabrina, data alle fiamme da Pasini, gli esperti incaricati dalla Procura avevano inizialmente ricondotto i resti carbonizzati trovati al suo interno a carcasse di cane. Per questo motivo, ne fu disposto lo smaltimento. Quel poco di materiale osseo rimasto, però, venne nuovamente analizzato a seguito delle dichiarazioni di Pasini, che non ha mai nascosto di aver dato fuoco al cadavere di Sabrina perché preso dal panico. L'uomo non ha mai cambiato la sua linea difensiva. Ebbene, dopo la nuova analisi gli esperti avevano appurato come quei resti appartenessero davvero alla 39enne, confermando quindi la versione dell'allora indagato.
A causa della scarsità di materiale, però, gli esperti hanno potuto fare poco. Hanno capito che le ossa presentavano alcune fratture, ma non è stato possibile far luce su altre questioni, come la causa della morte, e poter lavorare su reperti più numerosi. Già allora, quando la Procura pensava che il corpo di Sabrina fosse nascosto in qualche campo del Cremasco, i carabinieri locali erano stizziti perché "fatti girare a zonzo" quando la soluzione era immediata e per verificarla bastava un'analisi corretta. Oltre al danno, lamentato dai legali della famiglia Beccalli, legato all'approfondimento investigativo, c'è stato anche quello relativo alla perdita di tempo da parte delle forze dell'ordine.
Ora, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, resta il grande dubbio di un errore senza il quale l'esito sarebbe potuto essere diverso. Quantomeno, fanno sapere ancora i legali difensori, avrebbe indirizzato in un senso o nell'altro, forse decisivamente, le indagini e il corso della vicenda giudiziaria. Perché per la difesa non è possibile che Sabrina abbia perso così tanto sangue da sporcare quasi tutti i locali della casa in cui era con Pasini con una overdose, come invece ha sempre dichiarato l'uomo, già scarcerato.