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Omicidio Rozzano

Omicidio di Manuel Mastrapasqua, chiesto il processo a porte chiuse: “Hanno minacciato i genitori dell’imputato”

La difesa ha chiesto la celebrazione a porte chiuse per il processo a Daniele Rezza, il 20enne accusato di aver ucciso il 31enne Manuel Mastrapasqua a Rozzano lo scorso ottobre per rubargli un paio di cuffie. La corte d’Assise, tuttavia, per il momento non ha acconsentito.
A cura di Alice De Luca
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Manuel Mastrapasqua
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É stata chiesta la celebrazione del processo a porte chiuse per Daniele Rezza, il 20enne (19enne all'epoca dei fatti) che ha confessato di aver ucciso il 31enne Manuel Mastrapasqua a Rozzano (Milano) lo scorso ottobre, con l'obiettivo di rubargli un paio di cuffie wireless da pochi euro. Ad avanzare la domanda è stato l'avvocato difensore, che ha riferito di minacce e intimidazioni ricevute dai genitori dell'imputato. La Corte di Assise di Milano, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, per il momento non ha accolto l'istanza.

Il legale del 20enne ha spiegato in aula che le minacce sono arrivate ai genitori del suo assistito dopo che negli scorsi mesi la sorella di Manuel Mastrapasqua, Marika, ha pubblicato "su una chat pubblica" un post nel quale aveva scritto "nessuna pietà" per Rezza. Secondo quanto invece ricordato da Roberta Minotti, avvocato di parte civile che assiste la madre, la sorella e il fratello di Mastrapasqua, il post "è stato immediatamente revocato".

Da qui la richiesta, da parte della difesa, di celebrare il processo a porte chiuse. Istanza che è stata respinta dalla Corte: la presidente Minotti non ha permesso l'accesso delle telecamere in aula, ma ha spiegato che "allo stato" il "clima" non è "concretamente pericoloso per l'imputato e i genitori". Ha però aggiunto che "Se dovessero esserci, anche tramite social, manifestazioni di intemperanza o minacce, il procedimento procederà a porte chiuse".

La difesa ha chiesto anche di acquisire tutti gli atti e ha rinunciato a presentare la lista dei propri testimoni. Così facendo, la parte punta ad accorciare i tempi del processo e ad ottenere le attenuanti generiche per Rezza. La prossima udienza, durante la quale si terrà la discussione delle parti, è stata fissata per il 2 luglio, mentre l'11 giugno dovrebbero essere sentiti, oltre a un operante della polizia giudiziaria, i tre testimoni della parte civile: due amici di Manuel e il pastore della chiesa evangelica che il ragazzo frequentava.

Rezza, che ora rischia l'ergastolo, è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla rapina impropria aggravata. Era stato proprio il 20enne a confessare di aver ucciso Mastrapasqua "per rubargli qualcosa", mentre si trovava sotto l'effetto dell'alcol: "Nel pomeriggio ho bevuto 5 o 6 drink e due bottiglie di vodka, il coltello l’ho preso quando sono uscito dopo le due di notte perché ero nervoso, era una giornata no", aveva confessato davanti al gip.

I fatti risalgono alla notte dell'11 ottobre 2024, quando Mastrapasqua stava tornando dal turno serale al supermercato di via Farini, a Milano, dove lavorava come magazziniere. Sulla strada verso casa, a Rozzano, mentre era al telefono con la fidanzata Ginevra, il 31enne fu aggredito, presumibilmente da Rezza, che lo colpì con una coltellata al petto e lo lasciò agonizzante vicino alla fermata del tram. La vittima sarebbe morta poco dopo in ospedale.

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