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Omicidio di Giulia Tramontano

Omicidio di Giulia Tramontano, i Ris cercano impronte digitali su 10 reperti per valutare eventuali complici

Una decina di reperti recuperati dai militari nella casa dove è avvenuto l’omicidio di Giulia Tramontano verranno analizzati oggi lunedì 19 giugno dai Ris: si cercheranno altre possibili impronte digitali oltre a quelle di Alessandro Impagnatiello per capire se ci sono stati possibili complici.
A cura di Giorgia Venturini
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Oggi lunedì 19 giugno i carabinieri della settima sezione "Investigazioni scientifiche" eseguiranno tutti gli accertamenti del caso su una decina di reperti recuperati dai militari nella casa di Giulia Tramontano che condivideva con il compagno Alessandro Impagnatiello. I nuovi accertamenti arrivano qualche settimana dopo dall'omicidio della 29enne, avvenuto la sera di sabato 27 maggio quando il suo fidanzato l'ha uccisa con 37 coltellate. La giovane era al settimo mese di gravidanza. Il 30enne ha confessato l'omicidio qualche giorno dopo e ha indicato ai carabinieri dove aveva nascosto il corpo.

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Si cerca di capire se ci sono possibili complici

Le indagini dei Ris stanno proseguendo per cercare di capire se Impagnatiello non sia stato aiutato da qualche possibile complice. Gli investigatori infatti cercheranno sui reperti altre possibili impronte digitali. Sotto analisi sarebbero tutti oggetti che il 30enne avrebbe utilizzato per uccidere e per provare a sbarazzarsi del corpo della ragazza: Impagantiello avrebbe ucciso la compagna con almeno 37 coltellate – come confermerebbe l'autopsia -, di cui due fatali al collo. Poi ha provato a dare fuoco al corpo nella vasca da bagno. Non riuscendoci ha trascinato il cadavere per tre rampe di scale fino alla cantine e al box dove avrebbe provato a darle fuoco una seconda volta. Infine ha deciso di avvolgere il corpo in alcuni sacchi e di nasconderlo tra le sterpaglie a mezzo chilometro di distanza dalla casa in cui è avvenuto l'omicidio.

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Le analisi su una decina di reperti

Oggi quindi gli esami degli esperti – come riporta La Repubblica – si concentreranno su un rotolo di pellicola trasparente e tre rotoli di sacchi di plastica per la spazzatura. Ma anche su flaconi di ammoniaca, di candeggina, di detersivo e di disgorgante: sostanze di cui il 30enne si sarebbe servito per bruciare il corpo e per pulire la macchie di cenere nella vasca da bagno (tutte informazioni che avrebbe cercato prima sul web). Sotto la massima osservazione oggi saranno anche anche una scatola di guanti in lattici aperta dal 30enne e tutti gli altri reperti trovati sul corpo della ragazza, come quattro pezzi di cellophane trasparente e nastro adesivo. Questi "accertamenti dattiloscopici" potrebbero essere utili per cercare altre informazioni utili all'inchiesta: manca da capire se ci sono stati possibili complici. Impagnatiello al momento agli investigatori ha detto di aver fatto tutto da solo.

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