Omicidio di Garzeno, fermato un minorenne sospettato dell’assassinio di Candido Montini
Un minorenne è stato ondotto nella Caserma dei carabinieri di Como nella mattinata di oggi, lunedì 21 ottobre, e fermato al termine di un lungo interrogatorio. Il ragazzo potrebbe essere coinvolto nell'assassinio di Candido Montini, il 76enne trovato senza vita nella sua abitazione lo scorso 25 settembre nella frazione Catasco di Garzeno: gli investigatori sarebbero arrivati a lui attraverso i controlli incrociati del Dna iniziati nei giorni scorsi tra gli abitanti del paese.
L'omicidio di Candido Montini
Montini era stato ucciso il 24 settembre scorso nella sua casa di Catasco. Il 76enne, ex vicesindaco di Garzeno, è stato trovato senza vita solo l'indomani mattina da alcuni vicini. L'anziano era stato colpito da alcune coltellate, una di queste lo ha trafitto mortalmente alla gola. Subito dopo, gli investigatori avevano ritrovato il portafoglio della vittima vuoto, cosa che ha fatto subito ipotizzare una rapina finita con l'aggressione.
Durante i vari sopralluoghi, il reparto Ris dei carabinieri avrebbe trovato alcune tracce biologiche sia, appunto, sul portafoglio che sulla presunta arma del delitto. Per questo motivo, da qualche giorno, su base volontaria, è iniziata la raccolta di campioni di Dna tra gli abitanti di Catasco.
Il test del Dna tra gli abitanti di Catasco
Una procedura ben accolta dalla maggior parte dei residenti stessi. Da quella notte, hanno spiegato a Fanpage.it, molti vivono nella paura di pensare che tra di loro possa esserci un potenziale assassino. In quella comunità in cui tutti conoscono tutti, c'è chi ha iniziato a chiudere la porta di casa a chiave.
Montini è ricordato come una persona "generosa e devota", un uomo che "aiutava sempre chi aveva bisogno". Il 76enne, infatti, gestiva un piccolo alimentari in paese ed era solito portare pane e cibo agli anziani e a chi aveva difficoltà a lasciare la propria abitazione per andare a fare la spesa. È stata proprio l'assenza della solita pagnotta davanti alle case che la mattina del 25 settembre ha fatto insospettire i vicini di Montini, coloro che hanno poi fatto la tragica scoperta.