Omicidio della piccola Edith, verso il processo per la madre: tutti i punti chiave delle indagini
Sono passati più di nove mesi dalla sera del 7 marzo quando a Cisliano, alle porte di Milano, muore la bimba di due anni Edith. Poche ore dopo il delitto erano scattate le manette per omicidio per la madre Patrizia Coluzzi. In questi giorni il pubblico ministero ha chiuso le indagini e fatto richiesta di rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio aggravato della premeditazione. Ora si attende la decisione del giudice che dovrà esprimersi anche sulla richiesta di incidente probatorio fatta dall'avvocato difensore Pina Di Credito.
Il trasferimento dal carcere alla casa di cura e due perizie
Patrizia Coluzzi si trova nella Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, e non più in carcere a San Vittore a Milano, dove era stata trasferita subito dopo l'arresto. In carcere nei giorni successivi il delitto Patrizia Coluzzi non aveva parlato con le autorità giudiziarie, si era limitata a scrivere un biglietto alla sua ex avvocata Valentina Cristalli. La donna, di 41 anni, ora si trova nella casa di cura: nel corso di questi mesi, durante le indagini, sono state eseguite due perizie dai consulenti dell'accusa. Stando a quanto riferisce a Fanpage.it l'avvocato Di Credito, il contenuto degli esami resta riservato: certo è che le perizie si concentrano sulla capacità di intendere e volere della donna e possono essere state determinanti per il passaggio dalla casa circondariale alla Rems.
L'omicidio lo scorso marzo
Le indagini degli inquirenti hanno ricostruito quanto accaduto quella sera, tutto ora da confermare in sede dibattimentale qualora il giudice per le indagini preliminari confermasse il rinvio a giudizio. A far pensare i carabinieri fin da subito a un coinvolgimento nella madre nell'omicidio erano stati alcuni messaggi scritti dalla donna e sparsi per la casa. Tra questi anche quello: "Scusa piccola ma non potevo permettere che restassi nelle sue mani da sola". La persona a cui si riferisce nel testo sarebbe il secondo marito della donna, con cui il rapporto era ormai ai ferri corti e che la settimana prima dell'omicidio aveva chiesto la separazione. La lite tra il marito era avvenuta anche quella stessa sera, fino a un ultimo messaggio che Patrizia Coluzzi avrebbe scritto al padre di Edith: "Chiama la polizia, Edith non c'è più". Dai successivi esiti dell'autopsia effettuata il 9 marzo era emerso che la piccola era morta per soffocamento. La donna quella, come avevano confermato i carabinieri nove mesi fa, avrebbe tentato di ferirsi. Per i giorni successivi è stata sotto choc tanto che in carcere era stato necessario l'intervento di uno psichiatra.
Il rapporto teso con il marito e le denunce per maltrattamento
Tra moglie e marito i rapporti erano tesi ormai da tempo: la donna aveva presentato tre denunce per maltrattamenti, ma il marito aveva risposto con una denuncia per calunnia. Sul passato della coppia si erano concentrate altre indagini: secondo gli inquirenti, la 41enne avrebbe voluto vendicarsi in quanto il marito, padre della bimba di due anni, non voleva più proseguire la relazione con lei. Versione che dovrà trovare conferma, anche questo punto, in un'eventuale fase dibattimentale. Intanto le indagini per maltrattamento nei confronti del marito sono state archiviate. Eppure proprio su queste denunce, archiviate dalla Procura, si concentrerebbe la richiesta dell'incidente probatorio dell'avvocato difensore.