Omicidio Carol Maltesi, l’assassino al processo: “Darei la vita per cancellare quello che ho fatto”
"Sembra che io non provi emozioni per quello che è successo ma darei la vita per cancellare quello che ho fatto, se servisse a riportare in vita Carol morirei io stesso": è quanto ha detto Davide Fontana accusato dell'omicidio di Carol Maltesi, la 26enne fatta a pezzi in una casa di Rescaldina (Milano) e i cui resti sono stati trovati a Breno (Brescia).
Nella giornata di oggi, lunedì 12 dicembre 2022, l'uomo ha ripercorso gli istanti precedenti e successivi la morte della ragazza davanti alla Corte d'Assise di Busto Arsizio. I due si sarebbero conosciuti a ottobre 2020. In pochi mesi, la loro frequentazione è diventata sempre più assidua fin quando non si è trasformata in una relazione.
La fine della storia
Dopo qualche mese, la storia si è interrotta. Carol avrebbe detto a Fontana di voler più libertà e altri partner. La 26enne si sarebbe poi fidanzata con Salvatore Galdo e avrebbe iniziato anche a pensare di volersi trasferire in provincia di Verona per stare più vicina al figlio. Durante l'interrogatorio del pubblico ministero e il contro-esame del suo stesso legale, Fontana ha raccontato di esserci rimasto male.
"Ma sapevo che per lei la cosa giusta era stare vicina al figlio. Sicuramente l’avrei vista meno e avevo paura dell’abbandono, ma in realtà ci saremmo frequentati ancora, mi aveva anche chiesto di aiutarla per l’eventuale trasferimento". L'uomo ha anche ripercorso gli ultimi istanti di vita: i due avrebbero iniziato a girare un video per un gioco erotico. Carol è stata così legata, imbavagliata e le avrebbe messo un cappuccio in testa.
L'omicidio
Durante questo gioco avrebbe iniziato a colpirla leggermente con un martello: "Come da accordi. Poi è successo che ho iniziato a colpirla sulla testa". Quando ha spesso, le ha alzato il cappuccio e si è reso conto di quello che aveva fatto: "Ho realizzato di averla uccisa. Lei non respirava più, mi è sembrato di vedere un movimento della gamba, non volevo che soffrisse allora sono sceso, ho preso un coltello e le ho tagliato la gola".
Relativamente alla questione dei messaggi, Fontana ha raccontato di non saper spiegare perché avesse iniziato a inviarsi dal telefono di Carol alcuni messaggi con la richiesta di acquisto di un congelatore. Telefono che avrebbe usato anche per inviare messaggi ad amici e parenti della ragazza. Avrebbe poi smentito la ricerca di attività legate allo smembramento del corpo. Ha poi affermato di non sapere perché ha scelto quel mese e giorno per abbandonare il corpo: "Non ce la facevo più a sostenere la situazione".
L'assassino ha sottolineato di essersi recato in caserma per sua volontà e non su sollecitazione di un'amica: "Volevo porre fine a questa storia, dire che il corpo ritrovato era quello di Carol, tornare a casa e suicidarmi". Ha poi concluso dicendo: "Non ho mai premeditato l’omicidio, mai avrei potuto fare del male, non c’è nessun piano dietro a tutto questo".