Omicidio Carol Maltesi, la telefonata dell’ex avrebbe scatenato la furia omicida di Davide Fontana
Sarebbe stata una telefonata dell'ex compagno di Carol Maltesi a scatenare la furia omicida di Davide Fontana. Come spiegato dal giudice per le indagini preliminari Stefano Colombo, in quella mattina del 10 gennaio Carol stava girando un video con il suo manager ed ex fidanzato Davide Fontana quando il telefono ha iniziato a squillare. Dall'altra parte, l'ex compagno della vittima e padre del loro figlio piccolo che chiedeva informazioni riguardo il suo imminente trasferimento a Verona. Terminata la conversazione, scrive il gip Colombo nella rinnovazione della misura cautelare, Fontana è stato travolto dal terrore di perderla per sempre e, in preda alla follia, ha iniziato a colpirla con un martello.
Dal tribunale di Brescia a quello di Busto Arsizio
Stando a quanto emerso dalle indagini e dall'interrogatorio a cui è stato sottoposto il 43enne impiegato bancario, l'omicidio sarebbe avvenuto proprio nell'abitazione di Carol in via Barbara Melzi, a Rescaldina. Per questo motivo, Angela Corvi, gip del tribunale di Brescia, si è dichiarata incompetente dal punto di vista territoriale nonostante il corpo fatto a pezzi sia stato ritrovato nella frazione bresciana di Paline di Borno. Il pubblico ministero Carlo Alberto Lafiandra ha quindi chiesto al gip Colombo di rinnovare la misura cautelare nei confronti di Davide Fontana in modo da trasmettere gli atti dal tribunale di Brescia a quello di Busto Arsizio.
La confessione di Davide Fontana
"Non so cosa sia successo", ha ripetuto Fontana agli inquirenti. È certo, però, come lui stesso ha ammesso, che dopo aver colpito Carol più volte con un martello su tutto il corpo mentre la telecamera continuava a filmare, è sceso in cucina a prendere il coltello giapponese con cui ha poi tagliato la gola a Carol.