Omicidio Carol Maltesi, Davide Fontana in aula: “Ho fatto una cosa mostruosa”
"So di aver fatto una cosa mostruosa e orribile. Non mi spiego ancora adesso come ho potuto fare una cosa del genere. Provo pentimento e vergogna ogni singolo giorno che passa". Lo ha detto oggi in aula Davide Fontana, omicida reo confesso di Carol Maltesi, durante il processo che lo vede unico imputato. "È giusto che io paghi e dal carcere voglio fare tutto il possibile per espiare. Spero un giorno che tutti possiate perdonarmi".
Davide Fontana adesso rischia l'ergastolo
Il bancario di Rescaldina, 43 anni, adesso rischia la più severa delle pene. Perché, oltre all'omicidio, sulla testa di Davide Fontana pesano anche le accuse di aver seviziato e occultato il corpo di Carol Maltesi: prima cercando di farlo a pezzi e conservandolo dentro un freezer acquistato appositamente in rete, e poi, dopo due mesi, tentando di bruciarlo (per abbandonarlo infine in 15 diversi sacchi dell'immondizia trovati da un'escursionista che passeggiava per i boschi di Borno, in provincia di Brescia).
Il movente del delitto di Carol Maltesi
Un omicidio feroce, scatenato dalla gelosia ossessiva dell'uomo che con la vittima aveva una relazione aperta. Relazione che stava per interrompersi definitivamente con il trasferimento imminente di Carol, che aveva manifestato il desiderio di andare a vivere in provincia di Verona, accanto al figlio di sei anni. Inaccettabile: per lei Fontana aveva addirittura lasciato la moglie. "Diceva che voleva dedicarsi al figlio. Diceva che voleva lasciarsi la vita precedente alle spalle". E così, il delitto. "Ero in smart working. Abbiamo girato due video con il mio telefonino. Ho ripreso e iniziato a colpirla con il martello, fino alla morte. Sono stato mezzora a guardarla, e poi sono tornato a casa".