Omicidio Carol Maltesi, dagli stracci alle tracce di sangue trovate in casa: cosa sappiamo finora
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Nonostante la confessione di Davide Fontana e la descrizione, con minuzia di particolari, di quanto fatto a Carol Maltesi – la 26enne uccisa e fatta a pezzi nel suo appartamento a Rescaldina (Milano) – la Procura di Busto Arsizio (Varese) è a lavoro per cercare di capire come sia avvenuto il delitto. Nella giornata di ieri, sabato 2 aprile, i carabinieri di Brescia sono entrati nell'appartamento di Carol. In quelle mura sarebbe avvenuto l'omicidio: colpita con un martello alla testa e poi sgozzata con un coltello che sarebbe stato buttato. Come confermato dal procuratore Carlo Nocerino, è stato trovato riscontro alle dichiarazioni del 43enne. Nonostante questo, nei prossimi giorni, sarà nuovamente ascoltato. A suo carico poi, specifica la Procura, non ci sarebbero precedenti psichiatrici.
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La confessione di Davide Fontana
Durante l'interrogatorio, Davide Fontana ha raccontato che – tra il 10 e l'11 gennaio – i due si sarebbero incontrati a casa di Carol. Durante un gioco erotico, dove la 26enne sarebbe stata legata a un palo di lap dance, l'uomo – con cui la donna in passato aveva avuto una breve relazione – l'avrebbe colpita con un martello alla testa. Durante il sopralluogo degli inquirenti e degli investigatori, è emerso che l'assassino avrebbe ripulito minuziosamente il luogo del delitto. E anche sul palo, che si trova al piano superiore, non sarebbero state trovate tracce.
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Gli stracci con cui sarebbe stata lavata la scena del crimine
La scena del crimine sarebbe stata lavata con degli stracci. Stracci che sono stati trovati ieri e sui quali saranno svolte delle perizie. Sempre in casa della ragazza è stato trovato il freezer: quel congelatore sarebbe stato acquistato il giorno dopo l'omicidio e sarebbe stato utilizzato per nascondere i resti della ragazza. Fontana infatti ha raccontato di aver comprato anche un seghetto e un altro arnese che avrebbe poi utilizzato per fare a pezzi Carol e nasconderli dentro a dei sacchi neri.
Sequestrati i device elettronici
Sempre ieri, gli inquirenti e gli investigatori hanno svolto degli accertamenti simili a casa di Fontana. Qui, sarebbero stati sequestrati i device elettronici. Il 43enne ha raccontato che ci sarebbe stato un video girato quella sera. Video che però avrebbe cancellato. L'uomo inoltre avrebbe continuato a usare il cellulare della vittima: avrebbe risposto ai messaggi della madre e dell'ex compagno e anche ad amici e colleghi. Non solo. La svolta alle indagini è stato dato proprio da quello smartphone: l'uomo infatti si sarebbe finto Carol con un giornalista di BsNews che poi avrebbe mandato tutto ai carabinieri.
Il ritrovamento del corpo di Carol
Carol è stata trovata due mesi dopo la sua morte da un passante che si trovava vicino a un dirupo a Paline, frazione di Borno (Brescia). Dopo giorni di ricerche e indagini per risalire alla sua identità, grazie a delle segnalazioni si è arrivati a scoprire che quei resti appartenevano a Carol. Davide Fontana, vicino di casa ed ex, si è presentato spontaneamente dai carabinieri di Rescaldina, ma solo dopo essere stato interrogato dai colleghi di Brescia e dal procuratore, ha confessato l'omicidio.
Il movente
Il movente sarebbe di tipo passionale: la ragazza gli aveva detto di essere intenzionata a trasferirsi e andare via da Rescaldina per avvicinarsi così al figlio di sei anni. Una motivazione che però non può giustificare le atrocità che Carol ha subito: uccisa, bruciata, sfregiata, congelata. A questi atti vanno aggiunti anche le ricerche fatte per abbandonare il corpo e i tentativi di depistaggio.