Omicidio capo ultrà dell’Inter Vittorio Boiocchi: “Andrea Beretta mandante del delitto, i killer pagati 50mila euro”

"Andrea Beretta mandante del delitto, i killer pagati 50mila euro". Questo è quanto emerso nel corso delle indagini sull'omicidio di Vittorio Boiocchi, lo storico ex capo ultrà dell’Inter ucciso a colpi di pistola davanti alla propria casa in via Fratelli Zanzottera a Figino, nella periferia Ovest di Milano, il 29 ottobre 2022 da due killer in moto.
La squadra mobile ha eseguito oggi, venerdì 11 aprile, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di sei persone, ritenute "gravemente indiziate di essere i responsabili (mandanti ed esecutori materiali)" dell'omicidio di Vittorio Boiocchi, nell'inchiesta condotta dai pm Paolo Storari e Sara Ombra. Un omicidio con modalità mafiose inserito nel contesto di una guerra sulla gestione degli affari economici legati al mondo delle curve di San Siro. Così la gip di Milano Daniela Cardamone ha descritto l'uccisione dello storico capo ultrà interista Vittorio Boiocchi. E, infatti, agli indagati è stata contestata "l'aggravante della modalità mafiosa".

Secondo quanto riferito dalla procuratrice aggiunta di Milano Alessandra Dolci, il collaboratore di giustizia Andrea Beretta – ex leader della Curva Nord già in carcere per aver ucciso Antonio Bellocco e arrestato, assieme ad altri capi e ultras, nel maxi blitz sulle curve di San Siro – avrebbe riferito di essere il mandante dell'omicidio insieme a Mauro Nepi, ultrà dell’Inter: "il movente era economico per un ammanco di cassa", "per eliminare quello che era stato fino a quel momento il leader della curva Nord dell'Inter, per prendere il suo posto e dividere i profitti". L'apice della discussione avrebbe riguardato la "gestione e la spartizione dei proventi degli affari connessi all'attività della Curva Nord e del negozio", il merchandising in particolare.
Secondo quanto testimoniato ancora da Beretta, sarebbe stato un altro ultrà interista Mauro Nepi, anche lui già in carcere nel maxi blitz sulle curve, a suggerire a Beretta di rivolgersi ai Ferdico. E questi ultimi per il "progetto" si sarebbero rivolti, come esecutori materiali, a Daniel D'Alessandro e Pietro Andrea Simoncini (già coinvolto in un faida di ‘ndrangheta). I due sarebbero stati arrestati questa mattina, il primo in Bulgaria dove "viveva da un paio di mesi come latitante", il secondo in Calabria.
Nepi avrebbe quindi fatto da tramite tra il mandante e l'esecutore, mentre, sembrerebbero essere estranei alla vicenda "Antonio Bellocco e la famiglia Bellocco". Il collaboratore di giustizia avrebbe anche rivelato di aver pagato "50mila euro per l’omicidio agli esecutori materiali" e di aver acquistato "uno scooter e un furgone per nasconderlo".
"L’attività della curva è una ferita profonda per la città", ha commentato il Questore in occasione della conferenza stampa. "L'indagine è un punto di non ritorno per il tifo, il tifo a Milano sta cambiando".