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Omicidio Candido Montini, il fratello della vittima: “Siamo parenti, speriamo non sia stato lui”

La svolta alle indagini c’è stata nei giorni scorsi quando le forze dell’ordine hanno rilevato sull’arma del delitto il dna di un 17enne del posto. Intervistato da Mattino Cinque il fratello della vittima ha raccontato lo sgomento che da un mese accompagna la sua famiglia: “Non conosco il ragazzo ma neanche un animale viene ucciso così”.
A cura di Carlo Coi
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Candido Montini
Candido Montini

Proseguono le indagini delle forze dell'ordine per cercare di fare luce sull'omicidio di Candido Montini, l'ex vicesindaco di 76 anni, che è stato ucciso a coltellate il 24 settembre a Catasco di Garzeno, in provincia di Como. La prima svolta nel caso si è avuta il 21 ottobre scorso, quando i carabinieri del Raggruppamento investigazioni scientifiche (Ris) avevano rilevato il dna di un 17enne sul coltello utilizzato per uccidere l'anziano.

Il minore è stato trasferito nel carcere minorile Beccaria di Milano. Ai microfoni della nota trasmissione televisiva Mattino Cinque ha parlato il fratello della vittima sottolineando tutto il suo sgomento per la crudeltà con cui è stato ucciso Montini.

Le dichiarazioni del fratello della vittima

Nella giornata di ieri è intervenuto ai microfoni della trasmissione televisiva Mattino Cinque il fratello di Montini: "Speriamo che abbiano trovato l'omicida, Non conosco personalmente la famiglia, ma siamo parenti, sua mamma è mia cugina di primo grado. Non conosco il ragazzo, speriamo non sia stato lui, però se lo hanno portato via – e prosegue –  neanche a un animale fai fare quella fine", quando gli chiedono di descrivere suo fratello in poche parole, spiega: "Mio fratello era casa, bottega e Padre Pio".

Lo sgomento della piccola comunità – che conta un centinaio di residenti – è nelle parole della vicina di casa del 17enne accusato di tentato omicidio, queste le sue parole: "Io sono sconvolta, il ragazzo è tranquillo, buono, gentile, anche la famiglia è normalissima, era al bar con noi l’altra sera. È una situazione allucinante, penso ai fratelli di Candido, ai figli, non riusciamo a trovare un perché a questo gesto".

La svolta nelle indagini grazie al dna trovato sull'arma del delitto

Dopo alcuni giorni di incertezza, una svolta nelle indagini si è registrata il 21 ottobre scorso, quando sono state rilevate sull'arma del delitto alcune corrispondenze tra le tracce ematiche e il Dna di un 17enne residente in paese. I carabinieri hanno prelevato il minore il giorno stesso e, al momento, risulta essere l'unico sospettato dell'omicidio.

Come riportato da La Repubblica, il sangue trovato sulla scena del crimine sarebbe presumibilmente uscito dalla cicatrice sul mignolo che il 17enne si sarebbe fatto mentre stringeva il coltello.

Nell'attesa che le forze dell'ordine facciano chiarezza sulla vicenda, il ragazzo è stato trasferito nell'istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano.

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