Omicidio Bozzoli, dopo sette anni condannato all’ergastolo il nipote
È arrivata la condanna all'ergastolo per Giacomo Bozzoli: l'accusa è di aver ucciso lo zio Mario, l'imprenditore bresciano svanito nel nulla l'8 ottobre 2015 dalla fonderia di Marcheno.
Ora la sentenza ha confermato la richiesta del pubblico ministero che aveva chiesto il carcere a vita per l'omicidio e la distruzione del cadavere. Giacomo Bozzoli infatti avrebbe poi distrutto il corpo in uno dei due forni. La difesa invece aveva chiesto l'assoluzione. Dopo dieci ore di camera di consiglio è arrivata la condanna.
L'omicidio pianificato da tempo
Per gli inquirenti il nipote "odiava lo zio e voleva ucciderlo, pianificava la sua morte da anni nei minimi dettagli". Bozzoli non è mai uscito dalla fonderia: nessuna telecamera l'ha ripreso uscire e la sua macchina non ha mai lasciato il parcheggio.
Per la Procura il nipote avrebbe distrutto il cadavere "sulla superficie di un bagno di metallo fuso nel forno grande della fonderia Bozzoli srl sino a ottenerne la carbonizzazione e l'incenerimento". Secondo l'accusa da tempo meditava di uccidere lo zio: i due non andavano d'accordo con la gestione della fonderia.
Le accuse nei confronti del nipote
A incastrare Giacomo Bozzoli sono i suoi spostamenti: agli inquirenti ha raccontato di essere salito in ufficio alle 19.10 e di essere sceso sei minuti dopo. Poco dopo dal forno è uscita una fumata anomala.
Il telefono di Giacomo Bozzoli per 45 minuti è stato fermo e si è riattivato solo alle 19.24 quando cerca di chiamare la compagna. I suoi spostamenti non tornano proprio nella fase critica in cui sarebbe stato commesso l'omicidio. Oggi venerdì 30 settembre è arrivata la sentenza di condanna all'ergastolo.