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Omicidio Angelo Bonomelli, parla Matteo Gherardi: “Avevo un debito con gli strozzini, ma non sono un assassino”

L’imprenditore Angelo Bonomelli è stato trovato morto nel novembre 2022 nel suo Suv in un parcheggio nella Bergamasca. Matteo Gherardi, a processo con altre 3 persone, ha dichiarato di averlo rapinato perché doveva saldare un debito da 350 euro, ma che non aveva intenzione di ucciderlo.
A cura di Enrico Spaccini
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"Non sono un assassino. Mi ritengo colpevole di rapina ma non di omicidio". È quanto ha dichiarato durante l'udienza che si è tenuta ieri, mercoledì 27 marzo, a Bergamo Matteo Gherardi, imputato per omicidio volontario aggravato. Il 34enne, insieme al padre di 59 anni Luigi Rodolfo Gherardi, la fidanzata di 25 anni Jasmine Gervasoni e l'amico 26enne Omar Poretti sono accusati di aver narcotizzato l'80enne Angelo Bonomelli il 7 novembre 2022 con lo scopo di rapinarlo. L'imprenditore di Trescore, però, venne ritrovato il mattino seguente deceduto a bordo del suo Fiat Freemont nel parcheggio in via Mattei a Entratico.

Gherardi ha fornito la propria versione dei fatti, sostenendo che non ci sia stata alcuna premeditazione e affermando di aver agito perché costretto da un debito contratto a causa della sua ludopatia con alcuni usurai. Suo padre e la sua fidanzata, invece, hanno fatto leggere al rispettivo difensore alcune dichiarazioni spontanee mentre Poretti ha rinunciato di rispondere alle domande.

L'appuntamento al bar ‘Sintony'

Il 7 novembre del 2022 Bonomelli ha incontrato Gherardi al bar ‘Sintony' a Entratico. Si erano dati appuntamento per discutere di come lavorare con il sito web di Villa Ortensie a Sant’Omobono Terme, di proprietà dell'80enne. "Avevo un debito di 350 euro con gli strozzini, dovevo pagare entro le 19, sono ludopatico", ha dichiarato il 34enne, "ho ricevuto un sms da chi avrebbe dovuto darmi 400 euro, non li aveva versati".

I due erano soli, mentre il padre e la fidanzata erano andati a prendere Poretti: "Aveva problemi alla schiena", dice Gherardi, "con Bonomelli avevo parlato dei massaggi che avrebbero potuto aiutarlo". Arrivato l'amico, continua il 34enne, avrebbero deciso in quel momento di versare alcune gocce di un farmaco nel caffè dell'imprenditore.

Le gocce di Rivotril

Una volta stordito, lo avrebbero derubato e con il ricavato avrebbero saldato i debiti di gioco di Gherardi. Quel farmaco, il Rivotril, era di Gherardi: "Faccio uso di psicofarmaci perché soffro di ansia acuta, ipocondria e attacchi di panico", ha dichiarato, "sono ormai 5 anni che uso Rivotril, Xanax".

Uno dei punti più rilevanti è proprio il dosaggio di Rivotril. Gherardi sostiene di aver detto a Poretti di usare poche gocce, perché sarebbero bastate, ma ora la presidente della Corte d'Assise Patrizia Ingrascì vuole sentire i consulenti del pm, il medico legale Matteo Marchesi e il biochimico Alessandro Ravelli, perché spieghino le conclusioni dell’autopsia in cui scrivono di un "dosaggio superiore a quello terapeutico".

La scoperta della morte di Bonomelli

Una volta addormentato, Bonomelli viene lasciato nel parcheggio di Entratico dai quattro che, nel frattempo, gli sfilano orologio, portafoglio e cellulare. Gherardi ha affermato di essere tornato in serata con suo padre e la ragazza per controllare che l'80enne stesse bene: "Era come lo avevo lasciato, russava".

Quando, però, il mattino seguente i carabinieri si presentano alla sua porta chiedendo quando avesse visto l’ultima volta Bonomelli, il 34enne è andato nel panico: "Dico: giorni fa", e poi "ho fatto delle ricerche in Internet e ho provato a telefonargli". Non ricevendo alcuna risposta, sarebbe tornato al parcheggio dove avrebbe poi scoperto che l'80enne era deceduto. Poco dopo, Gherardi avrebbe venduto l'orologio per 1.300 euro; una parte sarebbe andata a saldare il debito con gli usurai, il resto, ha detto il 34enne, "l'ho giocato".

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