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Omicidio Andrea Bossi, si indaga sul secondo cellulare della vittima per ricostruire la notte del delitto

Computer e telefonini saranno attentamente analizzati alla ricerca di elementi fondamentali per ricostruire i collegamenti tra la vittima e i due ventenni arrestati per omicidio volontario: sono Douglas Carolo e Michele Caglioni, ambedue del Varesotto.
A cura di Francesca Del Boca
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Proseguono le indagini sull’omicidio di Andrea Bossi, il giovane di 26 anni, ucciso nella tarda serata dello scorso 26 gennaio nella sua abitazione a Cairate (Varese) da due conoscenti. Si tratta di amici poco più che ventenni: Douglas Carolo, di Samarate e Michele Caglioni, di Cassano Magnago, arrestati con l'accusa di omicidio volontario.

Sotto l'occhio degli inquirenti, ora, ci sono computer e uno dei cellulari dell'operaio 26enne. Un dispositivo evidentemente sfuggito ai due, che hanno appositamente distrutto il primo apparecchio senza accorgersi dell'esistenza del secondo. Elementi fondamentali per ricostruire la sera del delitto, finita nel sangue dopo una serata in compagnia: saranno attentamente analizzati alla ricerca di elementi fondamentali per ricostruire i collegamenti tra la vittima e i due ventenni.

Una rapina finita male, secondo chi indaga. Un festino tra amici, poi il tentativo di furto dei gioielli e l'omicidio del padrone di casa, finito con una coltellata sferrata dritta alla gola. Andrea Bossi, ritrovato dal padre senza vita la mattina seguente, indossava pigiama e ciabatte. Avrebbe sorpreso i due ospiti approfittare della sua assenza, magari proprio per andare a cambiarsi, e impossessarsi del tesoretto che il giovane custodiva nel suo bilocale.

Poi il prelievo con il bancomat della vittima a poche ore dal delitto, e il tentativo di rivendere parte della refurtiva (più che altro semplici anelli e preziosi, passione che Andrea Bossi portava con sé dal suo passato di orafo) in un negozio che rileva oro e a vari ricettatori della zona. Ma non solo. I due giovanissimi hanno lasciato conferma dell’azione assassina nelle conversazioni telefoniche, ovviamente intercettate dagli inquirenti, e nelle immagini riprese dalle videocamere di sorveglianza piazzate intorno a casa di Andrea Bossi, che li hanno immortalati insieme in orari compatibili con l'omicidio.

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