Omicidio a Samarate, un parente del figlio sopravvissuto: “Nicolò è ferito gravemente”
"Purtroppo Nicolò è ferito gravemente", ha confermato Francesco Firenze, uno dei parenti delle vittime uccise nella loro abitazione a Samarate (in provincia di Varese). La 56enne Stefania Pivetta e sua figlia Giulia Maja (16 anni) sono state uccise nella notte. Il marito e padre Alessandro Maja (57) è stato fermato dai carabinieri per omicidio e ora è ricoverato a Busto Arsizio. Il figlio più grande, Nicolò (23 anni) è ricoverato in ospedale a Varese per un forte trauma cranico. Le sue condizioni sembrano disperate, al punto che, stravolto per quanto accaduto, ai microfoni dei giornalisti fuori da quella casa lo zio ha sospirato un: "Spero che muoia".
L'ipotesi di una crisi matrimoniale
Le indagini dei carabinieri stanno cercando di dare un senso a quello che è accaduto al numero 32 di via Torino di Samarate nella notte tra martedì e mercoledì 4 maggio. Una delle ipotesi è quella della crisi matrimoniale. Stefania, consulente skincare di Herbalife, si era rivolta da qualche tempo a un avvocato per una consulenza sulla separazione e il marito Alessandro (architetto con studio ai Navigli) non nascondeva l'esistenza di qualche problema di coppia. Francesco Firenze, sposato con la cugina di Stefania (sua suocera è la sorella del padre della vittima), ha detto: "Erano benestanti. Eventualmente, c'era qualche problema".
Uccise nel sonno
Quando sono entrati in quella casa, Stefania e Giulia erano già morte: la prima sul divano, la seconda nella sua cameretta. Nicolò era ferito, ma ancora vivo e perciò trasportato in codice rosso in ospedale. Alessandro Maja, invece, era coperto di sangue e aveva alcune ferite da taglio sui polsi. Come confermato dalle prime informazioni, avrebbe tentato il suicidio. Da capire se ferendosi mortalmente o dandosi fuoco. Intanto, il profilo Facebook di Stefania ha iniziato a riempirsi di saluti e commenti di cordoglio. In particolare sotto i post con le foto della figlia Giulia.