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News sulla strage di Samarate

Omicidio a Samarate, Alessandro Maja e l’accordo con la moglie: “Un fondo per i bisogni della famiglia”

Alessandro Maja e Stefania Pivetta, nel 2018, avrebbero creato un fondo per far fronte “ai bisogni della famiglia”. In queste ore, gli inquirenti hanno deciso di sequestrare gli uffici dell’architetto.
A cura di Ilaria Quattrone
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Quello di Samarate, comune di sedicimila abitanti, resterà un atroce quanto vile omicidio. Qualsiasi tipo di movente verrà trovato e confessato, non potrà diminuire né il dolore né il peso della responsabilità per quanto si è scelto di fare in maniera del tutto deliberata. Ciò che resterà sono due vite spezzate e una che lotta tra la vita e la morte: Stefania Pivetta e la figlia Giulia di appena sedici anni sono state uccise in un modo efferato. E, come spesso accade in tantissimi femminicidi, a farlo sarebbe stato il marito di Stefania nonché padre di Giulia. Stessa cosa per Nicolò, 23 anni, che è stato colpito, ma è riuscito a sopravvivere.

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L'uomo si trova in Psichiatria a Monza

Il ragazzo si trova all'ospedale Di Circolo di Varese dove è stato sottoposto a un intervento e, per il momento, si trova sedato. Anche il padre di Nicolò, che sarebbe responsabile degli omicidi, si trova in ospedale: è ricoverato in Psichiatria a Monza e, a causa del suo stato di salute, non è in grado di poter sostenere l'interrogatorio che si svolgerà solo quando i medici lo dichiareranno idoneo.

L'ossessione per i soldi e il fondo per la famiglia

In questi giorni, si sono susseguite diverse deduzioni su quello che potrebbe essere il movente. In particolare modo, proprio attorno alla figura di Maja, aleggia una presunta ossessione nei confronti dei soldi alimentata dal fatto che l'architetto avrebbe detto di fare i conti con la crisi economica causata dal Covid-19. Un impatto che però, in base ai suoi ultimi bilanci, non risulterebbe. Per far chiarezza su questo aspetto, stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", sono stati sequestrati gli uffici dell'imprenditore che si trovano sul Naviglio Pavese a Milano. Inoltre sembrerebbe che esista un fondo patrimoniale, creato nel 2018, con l'obiettivo di far fronte "ai bisogni della famiglia". L'atto, riporta Corsera, sarebbe stato firmato il 31 gennaio 2018 da un notaio a Gallarate. Nel documento, i due venivano delegati e autorizzati a riscuotere gli utili dell'azienda qualora dovessero servire per la famiglia.

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