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Omicidio Buccinasco, il narcotrafficante Salvaggio aveva un tumore: era malato terminale

Era malato di tumore all’ultimo stadio: è quanto emerge sulla vittima dell’agguato di ieri di Buccinasco (Milano) Paolo Salvaggio. L’uomo sarebbe quindi morto tra poche settimane. Questo lascerebbe pensare che il suo omicidio potrebbe essere stato un messaggio e potrebbe dar vita a una nuova “guerra tra famiglie”.
A cura di Ilaria Quattrone
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Paolo Salvaggio, l'uomo di 60 anni ucciso ieri a Buccinasco (Milano) in un agguato, era malato di tumore all'ultimo stadio. Secondo quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", sarebbe morto comunque tra poche settimane. E questo potrebbe essere un altro tassello che si aggiunge alle indagini degli inquirenti e che avvalorerebbe la pista della vendetta e il pericolo di una "nuova guerra tra famiglie", come affermato ieri a Fanpage.it dal primo cittadino Rino Pruiti. 

Il sindaco: Da 20 anni non accadeva un agguato simile in strada

"Era da vent'anni che non accadeva un agguato simile in strada. Stupisce la freddezza e il fatto che gli assassini non si siano nascosti", spiega ancora il sindaco. Anche Pruiti è convinto che quanto accaduto ieri sia stato un modo di lanciare un messaggio "ben chiaro e alla luce del sole". Salvaggio era da diverso tempo agli arresti domiciliari ed era uscito alle dieci per fare un giro in bicicletta: il 60enne godeva di un permesso di uscita dalle 10 a mezzogiorno. Una volta raggiunta via Della Costituzione, due uomini in sella a un T-Max nero lo hanno sparato dandogli "il colpo di grazia" quando era ormai a terra. Una vera e propria esecuzione. Salvaggio era un "volto noto" della criminalità: legato alla cosca dei Papalia, famiglia della ‘ndrangheta, presenti a Buccinasco e Corsico, e al clan Magrini della Sacra Corona Unita, Salvaggio – conosciuto come "Dum Dum" – aveva fatto da tramite nei traffici di droga con i montenegrini. 

Chi era Paolo Salvaggio

I primi reati del 60enne risalgono a quando aveva 15 anni: all'epoca è stato arrestato per un furto e poi si era dato a rapine e risse. A 17 anni uccise il bodyguard Nereo De Pol dopo essere stato sbattuto fuori dal locale di Bereguardo, in provincia di Pavia, la notte di Capodanno. Dopo il suo arresto, evase dal carcere minorile Beccaria. È però negli anni '90 che iniziano i suoi legami con le organizzazioni criminali. Nel 2009 fu coinvolto nell'inchiesta Parco Sud che sarà la prima a certificare la presenza della ‘ndrangheta in Lombardia e in particolare negli appalti del settore edile.

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