Omar, il barista massacrato e ucciso dai clienti ubriachi: gli assassini vanno in carcere
Sono stati trasferiti in carcere. Per loro decade l'accusa di lesioni gravissime, e arriva quella per omicidio volontario aggravato da futili motivi.
L'accusa di omicidio volontario aggravato
Vanno dunque a San Vittore i due operai ucraini di 26 e 38 anni che in un bar hanno massacrato a calci e pugni il titolare che gli chiedeva di allontanarsi per non dare fastidio agli altri clienti. La vittima si chiamava Omar Ismael e con un socio gestiva il bar pizzeria Dandana Caffè di via Figino a Pero, hinterland dell'Ovest milanese. Era egiziano, da vent'anni in Italia, e aveva una figlia di 12 anni.
La sera dell'omicidio
Quella sera del 13 settembre aveva semplicemente invitato due clienti particolarmente molesti a uscire dal locale. È a questo punto che è stato preso a calci e pugni, e finito con un posacenere di vetro calato sul cranio. Ma neanche dopo il colpo fatale la furia dei due, pluripregiudicati, si è placata: una volta accasciato a terra, inerme, gli aggressori hanno continuato a sferrargli calci in testa e sul torace.
Quattro giorni di agonia in ospedale
Ma Omar non muore subito: se ne va dopo quattro giorni di agonia in ospedale, il 17 settembre. E con la sua morte si spalancano le porte del carcere per gli assassini, fino a quel momento fermati "solo" per lesioni gravissime. Con la sua morte, l'accusa per i due diventa di omicidio colposo.
"Giustizia per Omar"
Intanto chiedono giustizia i commercianti della zona, i residenti e il socio del bar (nonché amico fraterno) di Omar Ismael. Lo faranno con una fiaccolata in suo onore, oggi pomeriggio. E, in attesa di camminare tutti insieme per ricordare Omar e dire basta a queste violenze così assurde, già il bar di Pero si è riempito di fiori, biglietti ricordo, ceri e omaggi di ogni genere. Per non dimenticare.