Olimpiadi 2026: la pista di pattinaggio resta a Milano, ma è scontro nella Lega fra Salvini e Fontana
È stata una riunione molto accesa quella che si è tenuta oggi, a Roma, della cabina di regia per l'organizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026. Alla fine, secondo alcune indiscrezioni a Fanpage.it, la pista di pattinaggio sul ghiaccio resterà a Milano e sarà allestita presso la Fiero. L'hanno quindi spuntata il sindaco milanese Beppe Sala e il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana. Ma proprio quest'ultimo ha dovuto far fronte a uno scontro interno al partito: a remargli contro il leader della Lega Matteo Salvini.
La decisione deve essere ancora ratificata dal Consiglio di amministrazione della Fondazione Milano-Cortina, ma oggi la cabina di regia ha dato la sua indicazione ed è stato un po' come se Giulio Cesare avesse tentato di accoltellare alle spalle Bruto e non viceversa. Salvini, che partecipa alle riunione da quando è Ministro delle Infrastrutture, avrebbe infatti tentato di caldeggiare molto la proposta di spostare la pista a Torino, nella struttura già costruita per la Olimpiadi del 2006.
Una proposta che non è piaciuta al Sala, ma soprattutto non è piaciuta a Fontana che l'avrebbe vista come un atto di sfiducia da parte del suo leader di partito. Ad ispirare la posizione di Matteo Salvini sarebbe stato il sottosegretario con delega al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica Alessandro Morelli e che avrebbe agitato di molto il tema economico, sottolineando che facendola a orino si sarebbero risparmiati molti soldi.
Ma per il ne-rioletto governatore della Lombardia non sarebbe stata una bella figura quella di dover chiedere aiuto a Torino, amministrata peraltro dal Partito democratico, per ospitare le Olimpiadi "Milano-Cortina". Vero è che, inizialmente, la pista di pattinaggio doveva essere costruita in Trentino, a Balselga di Pinè. E quindi la responsabilità è del Presidente Maurizio Fugatti, sempre in quota Lega. Però i soldi in ballo sono tanti e a chiunque fanno gola. Per questo Fontana ha difeso questa posizione, soprattutto dagli "attacchi interni" di Salvini e Morelli.