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Oligarca russo arrestato a Milano su mandato degli Stati Uniti: tentava di aggirare le sanzioni

È stato arrestato dalla Polizia italiana all’aeroporto di Malpensa, Artem Uss, cittadino russo accusato di aver tentato di aggirare le sanzioni internazionali attraverso una società di comodo.
A cura di Fabio Pellaco
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È stato arrestato in Italia Artem Uss, manager russo figlio dell'oligarca Aleksandr, governatore della regione di Krasnoyask, città della Siberia centrale. Era destinatario di un mandato di cattura emesso dagli Stati Uniti.

Arrestato all'aeroporto di Malpensa

A renderlo noto è stata l'Ambasciata della Federazione Russa in Italia sulla sua pagina Facebook. Uss faceva parte di una rete globale che tentava di evadere le sanzioni internazionali, che colpiscono gli uomini più vicini al presidente Putin dopo l'invasione dell'Ucraina, e riciclare denaro sporco.

La rete ruotava intorno alla Germania, ma aveva ramificazioni anche Oltreoceano, fino in Venezuela. Secondo l'accusa mossa dall'Fbi, la polizia federale statunitense, gli indagati avrebbero "consapevolmente cercato di nascondere il furto di tecnologia militare statunitense e di trarre profitto dal mercato nero del petrolio".

Artem Uss è stato arrestato lunedì 17 ottobre all'areoporto di Milano Malpensa. Nella giornata di ieri, mercoledì 19, la giustizia americana ha formalizzato i 12 capi d'accusa che lo vedono coinvolto nell'indagine insieme ad altri quattro indagati.

Una rete che tentava di aggirare le sanzioni

Secondo quanto ricostruito, Uss si sarebbe servito di una società con sede ad Amburgo, in Germania, di cui era proprietario insieme a uno degli indagati, Yuri Orekhov, per procurarsi tecnologie militari sensibili da produttori statunitensi, tra cui semiconduttori e microprocessori avanzati utilizzati in aerei da combattimento, sistemi missilistici, munizioni intelligenti, radar, satelliti e altre applicazioni militari spaziali.

La Nord-Deutsche Industrieanlagenbau GmbH (Nda GmbH) spediva poi i materiali ai clienti finali in Russia che servivano direttamente il settore della difesa del Cremlino. Alcuni componenti sarebbero stati rinvenuti in piattaforme di combattimento russe sequestrate in Ucraina.

Secondo la procura di Brooklyn che ha condotto le indagini i due soci avrebbero utilizzato la stessa società come copertura per contrabbandare centinaia di milioni di barili di petrolio dal Venezuela ad acquirenti russi e cinesi, compresi alcuni di quelli colpiti dalle sanzioni internazionali.

L'Ambasciata russa in Italia fa sapere che: "Entro 45 giorni gli Stati Uniti sono tenuti a fornire alla giustizia italiana il fascicolo con la formulazione del capo di imputazione, che deve essere esaminato entro 6 mesi".

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