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Oggi la nuova udienza del processo di appello ad Alessia Pifferi: che cosa succederà in aula

É prevista per oggi la seconda udienza del processo di appello ad Alessia Pifferi, condannata in primo grado all’ergastolo per la morte di stenti della figlia Diana. Oggi la Corte nominerà i consulenti che dovranno svolgere la nuova perizia psichiatrica.
A cura di Alice De Luca
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Alessia Pifferi con la sua legale Alessia Pontenani
Alessia Pifferi con la sua legale Alessia Pontenani

Prosegue oggi, venerdì 28 febbraio, il processo di appello per Alessia Pifferi, la 37enne di Ponte Lambro (Milano), che nel primo grado di giudizio è stata condannata all'ergastolo per aver fatto morire di stenti la figlia Diana di 18 mesi. Durante la prima udienza, la Corte di Assise di Appello del tribunale di Milano ha accolto le istanze di Alessia Pontenani, avvocata della donna: la legale aveva chiesto che la sua assistita potesse essere sottoposta a una nuova perizia psichiatrica e a una risonanza magnetica. Analisi che potrebbero segnalare eventuali danni funzionali al cervello o una lesione al lobo frontale.

Durante l'udienza di oggi la Corte incaricherà gli esperti che dovranno eseguire le perizie. "Mi aspetto la nomina di tre professionisti capaci e validi visto che vengono scelti dalla Corte d'Assise d'Appello – ha commentato l'avvocata Pontenani parlando con Fanpage.it – tanto che potrei addirittura non nominare nessuno".

I risultati della prima perizia psichiatrica

L'avvocata ha chiesto una nuova perizia psichiatrica perché, secondo la difesa, Pifferi potrebbe presentare un deficit cognitivo tale da poter compromettere la sua capacità di intendere e di volere. A dimostrarlo sarebbero, secondo Pontenani, anche alcuni documenti scolastici della 37enne. La posizione della legale contrasterebbe però con i risultati della perizia psichiatrica fatta in primo grado dal dottor Elvezio Pirfo, esperto nominato dalla Corte di Assise di Milano.

Gli esiti della consulenza avevano rilevato nell'imputata "disturbi di tipo dissociativo/psicotico o della sfera affettiva", oltre a uno stato di alessitimia (ridotta consapevolezza emotiva), ma non l'assenza di capacità di intendere e di volere. Da qui la richiesta, da parte della difesa, di una nuova perizia psichiatrica, che la Corte ha accolto nell'ultima udienza del 10 febbraio scorso, nonostante il parere contrario del pubblico ministero.

La mossa del pm dopo la nuova perizia in appello

Nel frattempo il pm di Milano Francesco De Tommasi ha deciso di depositare nel fascicolo di Alessia Pifferi anche gli atti che riguardano il secondo filone di questa vicenda: le indagini per falso e favoreggiamento a carico dell'avvocata Pontenani, di alcune psicologhe e dello psichiatra Marco Garbarini, consulente della difesa. Un totale di sette persone che secondo la Procura potrebbero aver manipolato gli esiti delle perizie psichiatriche su Pifferi. Gli atti di queste indagini sono ora a disposizione della difesa e delle parti civili, cioè la madre e la sorella dell'imputata, che oggi potrebbero sollevare questioni in aula.

Le vicende contestate

I fatti per i quali Alessia Pifferi viene oggi processata risalgono al luglio 2022, quando, secondo l'accusa, la donna avrebbe provocato la morte della figlia Diana di 18 mesi abbandonandola in casa da sola per sei giorni. Settimana che Pifferi avrebbe trascorso in provincia di Bergamo, a casa del compagno. Per questi fatti, lo scorso 13 maggio l'imputata è stata condannata in primo grado all'ergastolo con l'accusa di omicidio volontario aggravato.

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