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Obbliga la compagna a prostituirsi per ripagare i suoi debiti: poliziotto condannato in appello

Mercoledì 12 febbraio, la Corte d’Appello di Milano ha confermato la condanna a un anno e dieci mesi nei confronti di un poliziotto accusato di sfruttamento della prostituzione ai danni di una donna alla quale dovrà risarcire 25mila euro. I legali dell’uomo: “Faremo appello”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Il Tribunale di Milano (immagine di repertorio)
Il Tribunale di Milano (immagine di repertorio)

La sentenza è arrivata sei giorni fa, mercoledì 12 febbraio. La Corte d'Appello di Milano ha confermato la condanna a un anno e dieci mesi nei confronti di un poliziotto accusato di sfruttamento della prostituzione ai danni di una donna alla quale dovrà risarcire 25mila euro.

Secondo la ricostruzione fatta dall'accusa, già accolta in primo grado il 17 settembre 2023, i due si sarebbero conosciuti in chat nel 2017 e, poco tempo dopo, l'uomo avrebbe promesso alla donna che sarebbero andati a vivere insieme quando avrebbe finito di pagare dei debiti quantificati in 30mila euro. Con queste motivazioni, il poliziotto aveva quindi chiesto alla compagna di prostituirsi su un marciapiede in zona Lorenteggio, a Milano. "Se mi ami, aiutami", le aveva detto l'uomo.

Soltanto nell'estate del 2018, dopo aver scoperto che l'uomo, in realtà, era già sposato, la donna aveva deciso, assistita dall'avvocata Debora Piazza, di denunciare l'agente, al tempo in servizio in Questura a Milano. "Dopo una settimana ha detto di amarmi e che ero tutta la sua vita", aveva raccontato la donna al pm Andrea Fraioli. "E mi ha detto di ricominciare a prostituirmi per togliere i suoi debiti e andare a vivere insieme. Dal giugno a dicembre del 2017 ho ripreso a prostituirmi, come ero stata costretta a fare per un periodo quando ero arrivata in Italia. Mi fermavo solo alla domenica, poi mi sono ribellata e ho detto basta. Quando ho capito che era sposato non capivo più niente, stavo male e volevo morire".

In seguito alla sentenza del 12 febbraio, Giuseppe Ciullo e Ciro Perelli, i legali del poliziotto, hanno annunciato: "Leggeremo le motivazioni e faremo sicuramente appello, per noi la parte offesa non è credibile né sono attendibili i suoi racconti".

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