Nuovo video dell’assalto alla scuola di Rho: professore stordito da un petardo
La paura è stata tanta non solo tra i ragazzi ma anche tra i loro professori. A distanza di qualche ora dai fatti dello scorso venerdì, quando un gruppo di sette ragazzi sono stati protagonisti di un assalto dell'istituto Puecher-Olivetti di Rho, alle porte di Milano, si teme ancora un altro assalto. Tre giorni fa durante un intervallo dalle lezioni i sette individui sono entrati nel cortile a volto coperto: una volta all'interno dell'istituto hanno acceso i fumogeni e fatto scoppiare i petardi. E ancora: hanno danneggiato le aule per poi uscire dalla scuola di corsa e fuggire via all'arrivo dei carabinieri. Alcuni studenti hanno ripreso tutto con i cellulari e le immagini sono finite sui social.
I sospetti sull'identità dei responsabili
Ma chi sono i ragazzi che fanno parte di questa banda? "Abbiamo ragione di pensare che possa trattarsi di studenti o ex studenti della scuola – ha scritto il preside Emanuele Contu in un post della pagina Facebook dell'istituto -. Se verrà confermato che si tratti di studenti dell'istituto, saranno allontanati da scuola a tutela del diritto allo studio di tutti i nostri iscritti". In queste ore continuano le indagini dei carabinieri per cercare di risalire all'identità dei sette giovani.
Dopo i petardi un professore ha problemi all'orecchio
Oggi a scuola è un'altra giornata ma il ricordo di quanto accaduto preoccupa e non poco. Alcuni professori fanno sapere di essere agitati, di non esser riusciti a dormire tranquilli queste notti. Il rumore dei petardi continua a ritornare prepotentemente nelle loro menti. In un video si vede che uno dei professori della scuola continua a toccarsi l'orecchio: lui è stato tra i docenti che hanno rischiato di più dal momento che un petardo gli è scoppiato tra le gambe provocandogli quindi forse una piccola lesione al timpano. Nel video, girato venerdì pochi minuti dopo l'assalto, si vede i professori si allontanano dalle aule già vuote e che precisano più volte la difficoltà di respirare quell'area. "Venerdì ci siamo subito preoccupati degli studenti, ma anche noi professori abbiamo avuto paura. Eppure di noi si parla poco", tiene a precisa a Fanpage.it un altro professore.