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Nuovo stadio di San Siro

Nuovo stadio San Siro, il Comune proroga la scadenza per la consegna dei documenti a Inter e Milan

Il Comune di Milano ha prorogato la scadenza per la consegna della documentazione da parte di Inter e Milan per la costruzione del nuovo stadio. Lo ha reso noto Palazzo Marino che ha accolto l’istanza presentata dai due club. Inizialmente, Inter e Milan avrebbero dovuto presentare tutte le carte entro e non oltre il 5 maggio.
A cura di Giorgia Venturini
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Prorogata la scadenza per la consegna della documentazione integrativa chiesta a Milano e Inter sul nuovo stadio San Siro. Il Comune di Milano ha infatti deciso di accogliere l'istanza arrivata dalle due società calcistiche e concedere ulteriore tempo. Lo spiega Palazzo Marino in una nota: il termine, inizialmente fissato al 5 maggio, viene rinviato per consentire alle società di reperire le attestazioni necessarie e completare gli atti e le autocertificazioni già forniti nei mesi scorsi. Poi il Comune aggiunge: "In uno spirito di reciproca collaborazione, prosegue quindi l'iter di approfondimento e valutazione dei requisiti dei soggetti proponenti il progetto del nuovo stadio da parte degli uffici comunali".

Non è che l'ultimo capitolo che vede come protagonista il nuovo stadio San Siro di Inter e Milan. Solo il mese scorso il sindaco Giuseppe Sala aveva annunciato lo stop dei lavori: "Penso che finché in particolare l’Inter non chiarirà il suo destino, per noi le cose devono essere necessariamente ferme", ha dichiarato Sala. Per Sala i dubbi sarebbero legati alla proprietà dell'Inter, che attualmente resta a Suning ma con un futuro ancora tanto incerto. Dunque, Beppe Sala ha voluto spiegare che il suo, e quello della Giunta, non si tratta di un capriccio, bensì di un senso di responsabilità doveroso nei confronti di Milano e dei milanesi, perché "il punto è che non stiamo parlando solo dello stadio, e voglio dirlo con chiarezza ai cittadini. Stiamo parlando di un progetto in cui la metà dell'investimento è sullo stadio e la metà è su altre cose che portano a comporre il futuro di quell’area. Ci saranno, presumo, cinque o sei anni di lavoro. Io non posso affidare un quartiere della città, per un così lungo periodo, a realtà di cui non è certa la proprietà futura".

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