Nuovo stadio Inter e Milan, il comitato Sì Meazza: “Sala vuole vendere San Siro come fosse di sua proprietà”
L'ultimo incontro che si è tenuto tra il sindaco Beppe Sala, le dirigenze di Inter e Milan e i ministri della Cultura Alessandro Giuli e dello Sport Andrea Abodi sembra aver tracciato quello che sarà il futuro di San Siro e del suo stadio. Le società, oggi in mano ai fondi statunitensi Oaktree e RedBird, hanno presentato l'ipotesi della costruzione di un nuovo impianto accanto al ‘Meazza', con quest'ultimo che sarà sottoposto a rifunzionalizzazione. Non tutti, però, sono convinti che questa sia la strada giusta per la città: "Sono cinque anni e mezzo che questa storia si sta trascinando per una pura operazione di speculazione edilizia", dichiara a Fanpage.it Luigi Corbani del comitato ‘Sì Meazza', "in tre anni era stato costruito il secondo anello nel 1955 e in altri tre il terzo anello nel 1990. Dal 2019 ci sono stati, invece, solo due ordini del giorno e nessuna delibera da parte del Consiglio comunale. Il sindaco Sala dovrebbe fare l'interesse dei cittadini, ma sembra che stia cercando di vendere San Siro come fosse di sua proprietà".
Le società ora sembrano intenzionate a costruire un secondo stadio a San Siro, tenendo in piedi con nuove funzioni il ‘Meazza'. Secondo voi cosa non ha convinto Inter e Milan del progetto di ristrutturazione proposto da WeBuild?
Il sindaco aveva dichiarato che era bellissimo, poi, però, si sono incontrati e hanno deciso che non va bene. I progetti devono essere accompagnati dal computo metrico, un documento che spiega che lavori si fanno, i costi previsti per il materiale, eccetera. Di questo non si sa niente, ma le società hanno detto che non va bene e allora non si ristruttura. Un progetto di ristrutturazione deve essere valutato dall'ente pubblico, cioè dal Consiglio comunale di Milano, ma questo non è avvenuto.
Da quanto è emerso, è probabile che le società acquistino non solo le aree per il nuovo stadio, ma anche lo stesso ‘Meazza' che sarà sottoposto a rifunzionalizzazione. Può essere un modo per salvare comunque la Scala del calcio?
Per il momento è stato il sindaco a dire ‘io vendo'. Probabilmente pensa di essere lui il proprietario di San Siro, non i milanesi e il Comune di Milano. Dopodiché, le società hanno detto che 400 milioni di euro da spendere per la ristrutturazione sono troppi, però adesso vogliono investire un miliardo di euro. In fin dei conti non si ristruttura perché non vogliono loro, non perché non si può. Il ‘Meazza' non è uno stadio fatiscente che deve essere per forza demolito. Nel corso degli anni ci sono stati tanti progetti di ristrutturazione, ma non sono mai stati presi veramente in considerazione.
Perché le società preferiscono spendere un miliardo di euro per un nuovo impianto piuttosto che meno della metà per la ristrutturazione?
È solo una questione di speculazione edilizia. Ci dicono che dobbiamo accettare che distruggano lo stadio dove lo scorso 22 settembre è stato fatto il record di incassi della storia della Serie A (7.626.430 euro per il derby Inter-Milan, ndr) per avere più entrare da poter investire nei club. Ma lo sappiamo tutti che le entrate maggiori i club le fanno con i diritti televisivi. Voglio costruire sui terreni di San Siro perché sono più prestigiosi di altri di cui è stato fatto il nome in tutti questi anni, non per altro.
Però, almeno, il ‘Meazza' non sarà abbattuto.
Questo si sapeva dal 2005, bastava leggere le leggi. Una proprietà pubblica che ha più di 70 anni è sotto tutela. Solo per i beni di proprietà privata bisogna presentare richiesta per la tutela. E comunque in teoria la legge prevede anche che prioritariamente debba essere ristrutturato lo stadio esistente, soprattutto se in presenza di edifici intorno.
Secondo voi quale sarà il futuro di San Siro?
Mi auguro che da parte della maggioranza in Consiglio comunale e tra i cittadini prevalga il buon senso. Intanto fino al 2026 non si potrà fare un granché perché ci sono le Olimpiadi. Non credo si chiuderà mai questa vicenda.