Nuovo Dpcm, cosa cambia a Milano e in Lombardia: bar e ristoranti chiusi alle 18
C'è la firma: il nuovo Dpcm con ulteriori misure restrittive per fare fronte all'impennata di contagi da Coronavirus in tutta Italia entrerà in vigore da domani, lunedì 26 ottobre. Resterà valido fino al prossimo 24 novembre, a meno di nuovi e ulteriori provvedimenti che, considerando l'andamento dell'epidemia e anche l'atteggiamento adottato dalla politica per fronteggiarla, non possono essere esclusi.
Chiudono prima bar e ristoranti, stop a palestre, piscine, cinema e teatri
Rispetto ai contenuti dell'ultimo Decreto del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte (anche se ancora manca il testo ufficiale), le principali novità per quanto riguarda Milano e la Lombardia sembrano essere le seguenti: la chiusura di bar e ristoranti alle 18 anziché alle 23 (orario da cui in tutta la regione vige il coprifuoco notturno fino alle 5 del mattino) anche nei weekend, la riduzione a quattro persone, a meno che non si tratti di conviventi, dei clienti consentiti per tavolo durante l'apertura (che sarà consentita per i ristoranti anche la domenica), lo stop a palestre, piscine, teatri e cinema e anche la chiusura degli impianti di sci: le immagini di quanto accaduto a Cervinia, in Valle d'Aosta, hanno fatto in breve il giro dei social, e anche in Lombardia sono tanti gli impianti che aspettano l'inizio della stagione invernale, solitamente comunque fissata a inizio dicembre.
In Lombardia i centri commerciali restano chiusi nel weekend
Rispetto ad alcuni punti dell'ultimo Dpcm, come la chiusura di sale slot e centri scommesse, in Lombardia non cambia nulla: era già stata disposta con le ultime ordinanze della Regione. In alcuni casi i provvedimenti regionali sono anche più severi rispetto all'ultimo Dpcm, comprensibilmente dal momento che la Lombardia è l'epicentro anche della seconda ondata della pandemia: ad esempio in tutta la regione i centri commerciali restano chiusi durante il weekend (norma che invece è saltata a livello nazionale), e la didattica a distanza prevista a livello nazionale alle superiori nella misura del 75 per cento in Lombardia deve essere attuata al 100 per cento, laddove gli istituti si siano attrezzati per farla. Resta valido l'invito fatto dal premier Conte a tutti di uscire solo ove necessario, quindi per motivi di studio o lavoro o di salute, e di evitare di accogliere persone in casa.