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Nuovi documenti su disabilità di Pifferi, lo psichiatra: “Quello che avevo da dire l’ho scritto nella mia perizia”

“Quello che avevo da dire l’ho scritto nella mia perizia. Non faccio più parte del processo”: a dirlo a Fanpage.it è lo psichiatra forense Elvezio Pirfo che ha svolto la perizia superpartes che ha ritenuto Alessia Pifferi, la 38enne accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana, capace di intendere e di volere al momento dei fatti. Oggi, durante l’udienza, la legale della donna ha spiegato di aver acquisito documenti che dimostrano come alla sua cliente fosse stata riconosciuta la legge 104.
A cura di Ilaria Quattrone
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Elvezio Pirfo e Alessia Pifferi
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"Quello che avevo da dire l'ho scritto nella mia perizia. Non faccio più parte del processo. Valuterà dopo la corte se questi documenti sono utili o non utili. Io non sono in grado di dire nulla perché non l'ho visti e non ho modo di vederli perché la perizia è finita. Non posso dire nulla. I documenti di cui stiamo parlando non so cosa siano, non li ho visti e quindi non posso commentare".

A dirlo a Fanpage.it è lo psichiatra Elvezio Pirfo che era stato nominato dalla Corte d'Assise del tribunale di Milano per svolgere la perizia superpartes su Alessia Pifferi, la donna di 38 anni che è accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi Diana. Il perito, al termine degli esami, ha ritenuto che l'imputata fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti.

Nella giornata di oggi, venerdì 12 aprile, si è svolta una nuova udienza durante la quale l'avvocata Alessia Pontenani, che difende la 38enne, ha affermato di aver acquisito alcuni documenti all'interno dei quali è specificato che le fosse stata riconosciuta in passato la legge 104. Questo significa che lo stesso Stato, tramite una apposita commissione, ha decretato la disabilità cognitiva di Alessia Pifferi.

"Avrebbe dovuto cercarle Elvezio Pirfo queste carte. Non lo ha fatto, per fortuna le ho trovate io. E devo ringraziare il policlinico di Milano che me le ha inviate alle 17 di ieri", ha specificato la legale. L'avvocata ha poi sottolineato: "Questo vuol dire che aveva una disabilità seria e accertata".

Pontenani aveva già presentato alcuni documenti in cui veniva specificato che, durante il periodo scolastico, Pifferi dovesse essere affiancata da un'insegnante di sostegno. Nonostante questo, la famiglia ha sempre negato i problemi cognitivi della donna. In base a questi documenti, l'avvocata Pontenani ha chiesto un'integrazione alla perizia. Ma la Corte d'Assise ha rigettato la richiesta.

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