Nuove accuse per il capo ultrà del Milan Luca Lucci: “Con la droga incassi per 2,7 milioni in sei mesi”
Il capo ultrà milanista Luca Lucci, già arrestato dopo l'inchiesta milanese sulle curve di San Siro, ha ricevuto un'altra ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito di un'altra indagine della Guardia di Finanza di Pavia su un'associazione vicina alla cosca della ‘ndrangheta dei Barbaro di Platì, attivi nella zona di Cologno Monzese, che avrebbe "importato e distribuito" tra la Lombardia e la Calabria "oltre due tonnellate di stupefacenti".
Un traffico che, secondo quanto scritto nell'ordinanza firmata dal gip Luigi Iannelli avrebbe fruttato al capo ultrà milanista oltre 2,7 milioni di euro tra il 10 settembre 2020 e il 3 marzo 2021, ovvero in soli sei mesi. Soldi movimentati direttamente da Roberta Grassi, presunta"tesoriera" della Curva Sud ora ai domiciliari per favoreggiamento personale nei confronti di Luca Lucci: per gli inquirenti sarebbe sempre stata "a disposizione" per l'occultamento delle somme di denaro contante derivante dall'attività di spaccio.
Dalle indagini è emerso che Lucci, che aveva contatti con la ‘ndrangheta dei Barbaro, avrebbe operato soprattutto nel quartiere della Comasina. Mentre nel quartiere Barona, altra zona popolare di Milano, ci sarebbe stato Nazzareno "Nazza" Calajò, anche lui destinatario di una nuova ordinanza in carcere per episodi di spaccio e di recente già condannato a 17 anni e 9 mesi di reclusione in un altro processo per traffico di droga. A Lucci, nell'ordinanza, non viene contestata comunque l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, che riguarda invece una decina di persone dei 20 arrestati.