Nuova condanna per la “Mantide della Brianza”: calunniò il figlio di un uomo che aveva narcotizzato e derubato
Dopo essere stata condannata a sedici anni e cinque mesi perché accusata di aver narcotizzato e derubato una decina di uomini, Tiziana Morandi, conosciuta con il soprannome di Mantide della Brianza, è stata condannata a un anno e otto mesi per il reato di calunnia. La sentenza è arrivata nella giornata di oggi, mercoledì 27 novembre, al termine del processo celebrato con rito abbreviato davanti alla giudice dell'udienza preliminare Angela Colella.
La donna era infatti accusata di aver calunniato, durante il processo per aver narcotizzato e derubato alcuni uomini, il figlio di una delle sue vittime più anziane. Per "garantirsi l'impunità", avrebbe addossato all'uomo la responsabilità di aver quasi ucciso il padre 83enne. Aveva infatti negato di aver versato lei i sedativi nella camomilla bevuta dall'anziano, che dopo aver sorseggiato la bevanda era finito in ospedale, e di aver visto il figlio dell'uomo prepararla. Affermazioni che hanno portato la giudice a condannarla.
Per quanto riguarda la condanna a sedici anni, gli avvocati di Morandi hanno presentato ricorso contro la sentenza. Attualmente è pendente in Corte d'Appello. Gli avvocati difensori cercheranno di puntare su presunti problemi psichici. In particolare sul fatto che la donna avrebbe un "disturbo deviante della personalità". I legali sostengono infatti che andrebbe riconosciuta la "seminfermità mentale".
C'è poi un altro procedimento a suo carico: è infatti accusata anche di calunnia e ricettazione ai danni di un commerciante.