Nuova aggressione omofoba a Milano, barista sfregiato con un coccio di bottiglia: “Fro… di merda”
A Milano si è da poco celebrato il Pride, durante il quale tra le altre richieste è stata espressa la necessità di accelerare il processo di approvazione del Decreto di legge Zan sull'omotransfobia. E a tutti coloro che pensano che un provvedimento del genere non serva sta rispondendo la cronaca: tra venerdì e sabato sono salite a tre le aggressioni omofobe denunciate a Milano. Dopo il ragazzino di 12 anni insultato e schiaffeggiato mentre raggiungeva il Pride e la coppia picchiata in via Manzoni, a denunciare l'ennesimo episodio è stato un ragazzo di 24 anni che lavora come barista al Mono, locale in via Lecco, zona Porta Venezia, che è tradizionalmente uno dei punti di ritrovo della comunità Lgbt.
Il racconto dell'aggressione di venerdì notte
Nella notte tra venerdì e sabato il ragazzo ha riferito di essere stato prima insultato e poi preso a bottigliate da un gruppo formato da quattro persone. Dopo gli epiteti "Fr.. di merda, ricch… dovete morire", il gruppetto di aggressori è passato all'azione: uno degli aggressori ha ferito con un coccio di bottiglia il 24enne tra l'angolo della bocca e l'occhio, causandogli uno fregio che i medici dell'ospedale Fatebenefratelli hanno suturato con dieci punti, mentre un altro ha colpito con un pugno un amico del barista. L'aggressione è avvenuta tra largo Bellintani e viale Tunisia attorno alle 4 del mattino, quando il barista aveva terminato il proprio turno di lavoro e si stava finalmente riposando. "La macchia di sangue è ancora visibile tra il Lazzaretto e Viale Tunisia – hanno scritto i gestori del bar Mono su Facebook -. Dove sono le autorità? Dove sono i controlli. E non venite a dirci che non si tratta di omofobia. In una città come Milano, o altrove, questi attacchi non devono più accadere. Fate girare perché un giorno potreste essere voi oggetto di un’aggressione omofoba. Il Ddl Zan serve eccome e subito!". La vittima dell'aggressione ha intanto sporto denuncia contro ignoti per cercare di individuare gli autori del vile e grave gesto.