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“Nonostante le condanne non ha cambiato stile di vita”: sequestrati beni per 9,5 milioni di euro a Maurizio Ponzoni

I carabinieri hanno eseguito sequestri dal valore complessivo di 9,5 milioni di euro nei confronti di Maurizio Ponzoni. L’imprenditore di Legnano (Milano) è stato sottoposto anche alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 4 anni.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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I carabinieri della squadra di polizia giudiziaria della Procura di Milano hanno eseguito un sequestro, disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale, nei confronti dell'imprenditore legnanese Maurizio Ponzoni e la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 4 anni. Al 58enne, condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta e altri reati economici, sono stati sequestrati 96 immobili sparsi tra il Milanese e il Varesotto e due auto di lusso, per un valore complessivo di oltre 9 milioni e 500mila euro.

Le indagini a carico di Ponzoni

La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ha, quindi, accolto la richiesta della pm Silvia Bonardi sottolineando nel provvedimento come "nonostante i periodi di carcerazione, le condanne riportate", Ponzoni "non ha mai cambiato stile di vita, continuando pervicacemente a svolgere attività in modo illecito, attraverso truffe, commissioni di reati fiscali, mandando in bancarotta fraudolenta le società create tramite prestanomi attraverso le quali riusciva a ottenere finanziamenti indebiti o a riciclare denaro mediante acquisto all'asta di immobili".

L'imprenditore di Legnano, ritenuto socialmente pericoloso, è finito al centro di inchieste giudiziarie a partire dalla prima metà del 2000. Secondo quanto ricostruito nel corso delle varie indagini, Ponzoni era diventato "figura apicale" di un'associazione composta da 33 persone (tra cui la fidanzata) in grado di "collocare presso esercizi commerciali compiacenti di tutta Italia gli ‘skinner' con cui captare fraudolentemente i dati delle carte di credito dei clienti". In pratica, riuscivano a clonare carte di credito e usarle in modo indebito per "centinaia di volte".

I giudici hanno anche sottolineato come in passato sono "emersi indizi qualificati della sua contiguità con soggetti legati alla locale di Lonate Pozzolo", persone già condannate per associazione di stampo mafioso. Al momento Ponzoni e la compagna sono sotto indagine in quanto accusati di aver avuto con loro "rapporti non solo di conoscenza ma anche di affari".

I beni sequestrati

I carabinieri, dunque, hanno posto i sigilli su 96 immobili di proprietà di Ponzoni. Questi si trovano nel Legnanese, Basso Varesotto e Comasco, in particolare nei territori comunali di Legnano, Parabiago, Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, Castellanza, San Giorgio su Legnano, San Giuliano Milanese, Pero, Turate, Oggiono e Cassano Magnago. Oltre a questi, sono state sequestrate anche due auto. Il tutto ha un valore complessivo che supera i 9 milioni e 500mila euro.

Infine, la Guardia di Finanza di Milano e Varese ha sequestrato anche gli oltre 265mila euro che risultavano essere giacenti nei conti correnti intestati ai prestanome e alle società colpite dal provvedimento del Tribunale di Milano.

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