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“Non voleva che un medico maschio mi visitasse”: parla la ragazza aggredita dall’ex in una clinica di Milano

Pomeriggio di terrore lunedì 15 aprile all’Istituto clinico Città Studi di Milano dove un ragazzo di 22 anni ha tentato di aggredire l’ex compagna che si trovava nella struttura per una visita. “Ho paura che possa uscire dal carcere e tornare a cercarmi. Non vuole accettare la fine del nostro rapporto”
A cura di Francesca Del Boca
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L'esterno della Clinica Città Studi di via Jommelli a Milano (foto da LaPresse)
L'esterno della Clinica Città Studi di via Jommelli a Milano (foto da LaPresse)

"Lui era una furia". È il racconto della ragazza di 22 anni che lunedì pomeriggio è stata aggredita con un coltello dall'ex fidanzato all'interno della Clinica Città Studi di Milano, nell'area accettazione, davanti a pazienti e sanitari terrorizzati: tre persone, intervenute per soccorrerla dalla violenza dell'uomo, sono state ferite. "Io quello lo devo ammazzare", continuava a ripetere l'aggressore, a detta dei testimoni.

"Quello" era il dottore che aveva appena visitato la giovane, che quel giorno si trova in clinica per una visita medica: stava cercando un lavoro, e deve sottoporsi a un esame obbligatorio. "Perché il medico? Immagino fosse perché è sempre stato molto geloso, perché mi aveva toccata, guardata, spogliata. Era un delirio", ha spiegato la giovane ai microfoni di Pomeriggio Cinque. "Mi ha buttata a terra, e io ho gridato forte. Lui scendeva le scale con questo coltello in mano, mi fissava mentre la gente si nascondeva nei corridoi, tra le stanze, nell'ascensore, in preda al panico".

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"Mi perseguitava, mi violentava. Gli dicevo basta, che non volevo, e lui andava dritto per la sua strada", ancora. "Adesso ho paura che possa tornare a cercarmi, una volta uscito dal carcere. Non vuole accettare la fine del nostro rapporto, sono terrorizzata. Faccio fatica a dormire, non riesco a mangiare". Il terrore, quello di una nuova aggressione. "Portava i coltelli in giro, quando li trovavo glieli buttavo. Lui diceva: li porto con me non per ferirti, ma per difenderti. Ma era spesso ubriaco fradicio, come qualche giorno fa".

I tre uomini feriti dal 22enne non sono in pericolo di vita. "Sono stati i miei angeli", ha concluso la ragazza. "Se non ci fossero stati loro a bloccarlo non so che fine avrei fatto…quelle coltellate dovevano essere date a me, non a loro. Si sono messi in mezzo e mi hanno salvata".

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