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Non si ferma all’alt e durante l’inseguimento muore un agente: condannato dopo 6 anni, ormai è fuggito

È stato condannato a 4 anni uno dei tre malviventi che nel febbraio 2017 fuggì all’alt della Polizia stradale di Bellano (Lecco): durante l’inseguimento l’agente 29enne Francesco Pischedda perse la vita precipitando da un cavalcavia. Ma il responsabile non c’è più.
A cura di Francesca Del Boca
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L'agente Francesco Pischedda
L'agente Francesco Pischedda

È stato condannato a 4 anni di carcere Veaceslav Florea, 31 anni, uno dei tre malviventi moldavi che la sera del 2 febbraio 2017 fuggì all’alt della Polizia Stradale di Bellano (Lecco): durante l’inseguimento, l’agente scelto della Stradale Francesco Pischedda, 29 anni, perse la vita precipitando da un cavalcavia.

Ma il responsabile non c'è più: dopo 6 anni dal fatto è oggi irreperibile, e dunque non sconterà la pena prevista dal giudice Giulia Barazzetta.

L'inseguimento e la morte dell'agente di polizia

La sera del 2 febbraio di 6 anni fa il 31enne, oggi condannato, aveva forzato un posto di blocco sulla Statale 36 per sfuggire alla cattura da parte degli agenti della Polstrada di Bellano.

Da questa fuga, avvenuta prima in macchina e poi a piedi, era nata una colluttazione con il giovane agente: i due, così, sarebbero precipitati da un cavalcavia alto circa dieci metri. Volo fatale per Pischedda, morto la stessa notte in ospedale a causa delle gravi lesioni e delle fratture riportate.

Chi era l'agente di polizia Francesco Pischedda

Il giovane poliziotto deceduto era di origini sarde, anche se era nato a Imperia. Entrato in polizia nel dicembre 2009, dall'agosto del 2011 era stato assunto come agente scelto presso la sottosezione della polizia stradale di Bellano, in provincia di Lecco.

Padre da poco, di una figlia di appena 10 mesi, per il capo della Polizia del tempo Franco Gabrielli Francesco Pischedda sarebbe stato "una vittima del dovere". "La figlia non avrà mai un ricordo del padre, e questo è inaccettabile", le sue parole nell'annunciare il vitalizio destinato proprio alla figlia e alla compagna Anna, come indennizzo economico per la morte del giovane uomo.

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